Francia

Macron si difende dalle accuse,‘non ho nulla da temere’

Il presidente francese nel mirino dei giudici per finanziamento illecito

(Keystone)
25 novembre 2022
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"Nulla da temere". All’indomani delle rivelazioni del quotidiano Le Parisien, Emmanuel Macron si difende in prima persona dalle accuse sul caso McKinsey, dicendo di non credere di essere al "centro dell’inchiesta" e di ritenere "normale che la giustizia faccia il suo lavoro". Mentre il Rassemblement National attacca: "Macron ha messo il Paese nelle mani di liquidatori e predatori".

"Non temo nulla" e "non credo che al centro dell’inchiesta ci sia il vostro servitore", ha dichiarato il presidente rispondendo ai cronisti a margine di un appuntamento per la Giornata internazionale contro la violenza alle donne a Digione. "Ho appreso come voi, attraverso la stampa, che ci sono associazioni di eletti che hanno deciso di rivolgersi alla giustizia, è normale che la giustizia faccia il suo lavoro, lo fa liberamente, farà giustamente luce su questo dossier".

Dopo le indiscrezioni di Le Parisien, ieri la Procura nazionale finanziaria di Parigi (Pnf) ha confermato di aver aperto due fascicoli giudiziari su legami potenzialmente esplosivi tra Macron e la società di consulenza Usa, McKinsey. Il quotidiano evoca presunti "finanziamenti illeciti" e "favoritismi" nell’attribuzione alla multinazionale Usa di maxicommesse pubbliche. Nella nota diffusa ieri, la Procura non cita mai il presidente – protetto tra l’altro dall’immunità fino al 2027 – ma conferma di aver aperto, il 20 e 21 ottobre, due inchieste giudiziarie riguardanti rispettivamente "le condizioni di intervento di uffici di consulenza nelle campagne elettorali" macroniste del 2017 e del 2022 e relativi sospetti di "favoritismo".

L’ipotesi è che McKinsey possa aver offerto i suoi servizi gratuitamente a Macron durante la corsa elettorale nell’intento di ottenere poi un tornaconto in caso di vittoria. La scorsa primavera, in piena battaglia politica per la corsa all’Eliseo, si erano moltiplicate le critiche contro il presidente candidato di Renaissance (ex En Marche), in particolare rispetto al boom di contratti conclusi tra lo Stato e società di consulting nel quinquennato appena concluso. Il 17 marzo il Senato rivelò che le commesse pubbliche per questo tipo di consulenze erano "più che raddoppiate" tra il 2018 e il 2021, gli anni del primo mandato di Macron, toccando un record di oltre un miliardo di euro nel 2021. Tra l’altro, McKinsey fu la società di consulenza più sollecitata dalle autorità francesi durante la pandemia da Covid-19. "Se ci sono prove di manipolazione, che si vada al penale", dichiarò in quei giorni Macron, intervenendo alla trasmissione ‘Dimanche Politique’ su France 3. "Si ha l’impressione che ci siano stati degli inciuci, è falso", assicurò il leader di Parigi che ora deve far fronte a nuovi attacchi dell’opposizione.

"Macron ha messo la Francia nelle mani di liquidatori e predatori", ha accusato il segretario del Rassemblement National, Jordan Bardella, intervistato da radio France Info. Per il fedelissimo di Marine Le Pen, uffici di consulenza come McKinsey "non lavorano nell’interesse della nazione francese e del popolo francese". "Sappiamo molto bene che ci sono legami tra Macron e queste società di consulenza americane", ha continuato, citando la vendita di Alstom a General Electric, gli Uber Files o il ruolo di Macron nel radicamento di Uber in Francia ai tempi in cui era ministro dell’Economia.

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