Estero

Naufragio nella Manica, soccorritori francesi sotto accusa

‘Le Monde’ rivela l’esito dell’inchiesta sui fatti avvenuti un anno fa. L’ipotesi di reato: mancata assistenza a persone in pericolo

Nella notte fra il 23 e il 24 novembre 2021 morirono in 27
(Keystone)
21 novembre 2022
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Parigi – "Mancata assistenza a persone in pericolo": a un anno dal naufragio che causò la morte di 27 migranti, tra cui donne e una bambina, nelle acque della Manica, gli inquirenti della Gendarmerie Nationale mettono in causa l’operato dei soccorritori francesi del Cross (Centre Recherche Operationnel de Surveillance et de Sauvetage) sospettati di omissione di soccorso: a riferirlo, in una lunga inchiesta pubblicata oggi, è Le Monde.

Il quotidiano parigino già la scorsa settimana aveva rivelato impietosi dettagli sulle circostanze della tragedia - la peggiore mai avvenuta nel braccio di mare tra Francia e Gran Bretagna - con almeno una quindicina di Sos caduti nel nulla o ignorati. Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2021, nessuno, né da parte francese, né da parte britannica, soccorse quel gommone in un mortifero rimpallo di responsabilità tra Parigi e Londra. Fra i corpi ripescati quelli di 6 donne e una bimba.

Indagini complementari

"Siamo in acqua. È finita, finita. Aiutateci, per favore. Stiamo per morire. Siamo nel mare, dentro, dentro... fa freddo", è solo una degli agghiaccianti scambi tra naufraghi e centralino del Cross, rivelate da Le Monde. L’operatore francese, irremovibile, rispose: "Ma da dove siete partiti in Francia? Non vediamo dove vi trovate". Spaventoso il commento contenuto in un altro stralcio di conversazione: "Ah, beh, se non ci senti, non verrai salvato... ‘Ho i piedi nell’acqua’, beh, nessuno ti ha chiesto di partire...".

I gendarmi che indagano su quanto accaduto stanno "seriamente prendendo in considerazione" l’ipotesi di conseguenze penali per i soccoritori francesi, sottolinea oggi Le Monde, citando una nota sintetica redatta al termine di dieci mesi di inchiesta. Nel documento, datato 14 ottobre, la sezione Ricerche della Gendarmeria marittima di Cherbourg, nella Manica, punta i fari sul comportamento del Cross Gris-Nez, nel Pas-de-Calais, incaricato di soccorrere le imbarcazioni in difficoltà nella Manica.

Gli inquirenti raccomandano adesso "indagini complementari" per far luce "su fatti che possono avere rilevanza penale, per mancata assistenza a persone in pericolo". Nella sintesi, gli inquirenti scrivono che dopo numerose richieste di aiuto inviate dai migranti a bordo, il canotto in pericolo "viene localizzato, in acque francesi, alle 2.05" della notte. Ma "nessun mezzo di salvataggio francese viene inviato per fornire assistenza e ciò malgrado le numerose chiamate di emergenza ricevute da quell’imbarcazione".

A un anno dal dramma, gli interrogativi degli inquirenti restano numerosi. Perché il Cross non ha inviato i soccorsi? Spetta ora alla procura di Parigi decidere sul da farsi. I gendarmi fanno anche notare i "comportamenti inopportuni" del personale del Cross, come lo pseudonimo utilizzato dal vicedirettore del centro scoperto nei tablet interni, ‘Super Migrant’.

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