Australia

L’Australia finisce nel mirino degli hacker russi

Presi di mira Medibank e Optus: nel dark web pubblicati milioni di dati personali. Canberrra passa all’azione varando una speciale task force

L’insidia corre nella rete
(Ti-Press)
14 novembre 2022
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In Australia, dove nelle ultime settimane massicci ciberattacchi hanno colpito l’ente privato di assicurazione sanitaria Medibank e prima ancora la rete di telefonia Optus, rubando e pubblicando nel dark web milioni di dati personali – dai numeri di passaporto e di patente ai dati medici più delicati – il governo di Canberra ha varato un gruppo operativo tra la Polizia federale e i servizi di intelligence dell’Australian Signals Directorate, per individuare e bloccare gli attacchi, il più possibile in anticipo.

La nuova task force opererà con partner internazionali, inclusi Fbi e Interpol, fanno sapere i ministri degli Interni Clare O’Neil e della Giustizia Mark Dreyfus. Dopo la conferma da parte del commissario di Polizia federale Reece Kershaw venerdì che il gruppo hacker chiamato Revil (che ha attaccato Medibank e Optus) è primariamente di base in Russia.

«Sappiamo da dove gli attacchi vengono, sappiamo chi è responsabile e sosteniamo che debbano essere chiamati a rispondere», ha dichiarato il primo ministro Anthony Albanese prima di partire per il vertice Apec in Cambogia. «La nazione da cui provengono questi disgustosi attacchi e la diffusione di informazioni anche molto private, deve anche essere chiamata a rispondere», ha aggiunto. Il ministro della Giustizia Dreyfus non ha commentato su chi stia lanciando gli attacchi, ma ha detto che si tratta di «una banda criminale molto organizzata che è situata in Russia».

Benché la sua preferenza sia di mantenere lo status quo nei rapporti con Mosca, non ha escluso l’espulsione di diplomatici russi. «Il governo sta valutando con attenzione il profilo diplomatico della Russia in Australia e tutte le opzioni sono oggetto di un esame continuo», ha detto.

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