Estero

Carcere a vita per killer di Parkland, l’ira dei familiari

Il giudice accoglie raccomandazioni giuria. Le famiglie: sentenza insufficiente di fronte a ‘un mostro’. In aula, Nikolas Cruz non mostra emozioni.

Nikolas Cruz
(Keystone)
2 novembre 2022
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Le angoscianti testimonianze delle famiglie delle 17 vittime non sono bastate. Il giudice Elizabeth Scherer ha accolto la raccomandazione della giuria e condannato in via definitiva il killer del liceo di Parkland al carcere a vita senza possibilità di rilascio sulla parola. Nikolas Cruz in aula non ha mostrato alcuna emozione mentre veniva condannato per aver ucciso 17 persone. Ma fra le famiglie delle vittime l’insoddisfazione è palese di fronte a una sentenza a loro avviso insufficiente di fronte a un "mostro". Il loro malumore lo hanno mostrato con forza negli ultimi due giorni con le loro testimonianze che, si auguravano, avrebbero convinto il giudice a infliggergli la pena di morte.

"La vera giustizia sarebbe dare a ogni famiglia un proiettile e il tuo AR-15 e concedere a tutti la possibilità di spararti" ha detto Linda Beigel Schulman, madre di una delle vittime, sottolineando di trarre soddisfazione solo dal sapere che Cruz andrà in un carcere di massima sicurezza. "Aspetto il giorno in cui mi verrà detto che sei stato torturato", ha aggiunto rivolgendosi direttamente al killer.

Il giudice ha letto la sentenza con la voce tremante e ha spiegato di aver avuto le mani legate nel decidere e seguire le raccomandazioni delle giuria, che nei giorni scorsi ha scartato per Cruz la pena di morte. La legge della Florida stabilisce la pena di morte solo se la giuria è unanime. In questo caso non lo è stata, con tre giurati che non si sono detti a favore della pena capitale.

Era il 14 febbraio del 2018 quando Cruz era entrato nella sua ex scuola con un fucile d’assalto semiautomatico AR-15, comprato legalmente, e uno zaino pieno di caricatori. Aveva indossato una maschera antigas e fatto scattare l’allarme antincendio per poi cominciare a sparare all’impazzata contro studenti e insegnanti che uscivano nel corridoio.

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