la guerra in ucraina

Biden evoca l’Armageddon nucleare

Il presidente equipara la situazione alla crisi dei missili a Cuba, ma la Casa Bianca frena: ‘Nessun segnale di attacco imminente’

Joe Biden ieri a Washington (Keystone)
7 ottobre 2022
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Lo spettro nucleare continua a incombere sull’Ucraina e il senso dell’allarme è riassunto nella terminologia usata da Joe Biden: Vladimir Putin "non scherza" e le sue più o meno velate minacce di utilizzare armi atomiche tattiche nel conflitto mettono il mondo di fronte alla prospettiva di un "Armageddon, per la prima volta dalla crisi dei missili a Cuba".

La Casa Bianca in seguito ha frenato, chiarendo che non ci sono segnali di un attacco imminente, ma per Volodymyr Zelensky lo zar sta già preparando il popolo russo allo "strike nucleare". I successi della controffensiva ucraina nel sud-est sono per Biden motivo di soddisfazione, ma allo stesso tempo di una qualche preoccupazione.

Paragoni col passato

"Stiamo cercando di capire quale possa essere la via d’uscita di Putin", ha detto il presidente Usa. Aggiungendo che il russo "non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche, perché il suo esercito è in difficoltà". E la situazione è così grave che "non ci trovavamo di fronte alla minaccia di un Armageddon nucleare dai tempi di Kennedy": i 13 giorni del 1962 in cui Jfk e Nikita Krusciov si sfidarono sui missili sovietici a Cuba, sfiorando la guerra nucleare.

I toni drammatici di Biden, secondo la Cnn, avrebbero colto di sorpresa diversi funzionari americani, ma sarebbero il segnale dell’allarme percepito all’interno dell’amministrazione. La stessa Casa Bianca, pur chiarendo di "non avere indicazioni che la Russia si stia preparando a usare l’arma atomica", ha messo in guardia dalla "retorica irresponsabile di Putin", che "rischia di creare un’escalation" incontrollabile. Zelensky da questo punto di vista non ha dubbi. Putin e i suoi, ha denunciato in un’intervista alla Bbc, "stanno iniziando a preparare la società" russa ad un potenziale attacco con armi nucleari: "Non so se lo faranno, ma penso sia pericoloso anche solo parlarne".


Messaggio per i 70 anni di Putin apparso a Belgrado (Keystone)

Compleanno teso

Al Cremlino, invece, nel giorno del 70esimo compleanno dello zar, si pone l’accento sul controverso intervento del leader ucraino in un think tank australiano, in cui avrebbe posto la necessità di attacchi preventivi delle Nato sul suolo russo per prevenire l’uso dell’atomica. Zelensky in seguito ha chiarito che il suo ragionamento è stato male interpretato, ma tanto è bastato al Cremlino per affermare come la decisione di Putin di lanciare "l’operazione speciale sia stata corretta". Mentre il ministro degli Esteri Serghey Lavrov ha accusato Kiev di "possibile uso di armi di distruzione di massa". Il presidente ucraino ha evocato il "disastro nucleare" anche rivolgendosi ai leader europei riuniti a Praga, "a causa della cattura della centrale di Zaporizhzhia da parte delle truppe russe", che oggi hanno bersagliato la città anche con droni kamikaze iraniani.

Bruxelles sta con Kiev

L’Europa ha risposto ribadendo il sostegno a Kiev, con il via libera ad una missione di addestramento Ue per l’Ucraina, che Mosca vede come il fumo negli occhi, mentre Emmanuel Macron ha annunciato "un fondo speciale da 100 milioni che permetterà a Kiev di acquistare materiale bellico direttamente dai nostri industriali". La presidente dell’europarlamento Roberta Metsola ha invece chiesto l’invio immediato di "armi pesanti e carri armati" agli ucraini.

L’unico, flebile, segnale di de-escalation in questa fase di altissima tensione è che da diversi giorni si è tornati a evocare l’inizio di un nuovo negoziato tra Mosca e Kiev. Gli Usa, ha assicurato il segretario di Stato Antony Blinken, sono "pronti" a risolvere la guerra attraverso la diplomazia quando Mosca dimostrerà di essere "seriamente intenzionata" a percorrere questa strada. Mentre Recep Tayyp Erdogan ha parlato ancora una volta al telefono con lo zar, a cui ha spiegato che la "Turchia è pronta a contribuire alla ricerca di una soluzione pacifica". Ricevendo un ringraziamento per i suoi sforzi di "mediazione", già decisivi per risolvere la crisi del grano. C’è comunque ben poco per ipotizzare una svolta di questo tipo. Basta ascoltare l’ultimo messaggio alla nazione di Zelensky: "Dal primo ottobre oltre 500 chilometri quadrati di territorio e dozzine di insediamenti sono stati liberati nella regione di Kherson", ma "c’è ancora molto da sopportare e molto da fare. Verrà il giorno in cui riferiremo anche dei successi militari nella regione di Zaporizhzhia e parleremo della liberazione della Crimea".

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