america latina

Nicaragua: Ortega all’attacco delle Ong

Nuova raffica di chiusure per le associazioni, il numero è salito a 2’193

Daniel Ortega (Keystone)
6 ottobre 2022
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Non si arresta la guerra di Daniel Ortega contro il dissenso e la libertà di espressione, e la sua scure si abbatte ancora una volta sulle associazioni e organizzazioni per la difesa dei diritti in Nicaragua. Con un diktat del ministero dell’Interno, altre 100 Ong sono state cancellate dal Paese. Di queste, 37 sono internazionali, l’elenco più ampio da quando è iniziato il pugno duro del sandinismo sulle realtà associative nel Paese.

Con questo ultimo decreto, sono oltre 2’193 le organizzazioni e associazioni nicaraguensi chiuse nel Paese solo quest’anno, e 96 estere. Numeri da capogiro, che mostrano le intenzioni di Ortega di non voler cedere nella sua battaglia contro l’opposizione, mentre la regione riunita per l’Assemblea generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) a Lima si interroga sulla crisi dei diritti nel Paese, senza un dialogo con Managua. Le Ong sono state chiuse, riferisce il decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale, "per essere in abbandono e registrare tra i 10 e i 31 anni di inadempimento ai propri obblighi secondo le leggi che le regolano".

Il ministero dell’Interno ha anche cancellato la personalità giuridica di 63 ong nicaraguensi, tra cui una decina di associazioni religiose. Quello della chiusura di migliaia di ong è solo un capitolo della repressione di Ortega al dissenso, che passa dall’esilio alle accuse di cospirazione contro i media oppositori, i circa 200 prigionieri politici nelle carceri del Paese e la repressione violenta delle manifestazioni.

Gli appelli Onu

A niente servono gli appelli dell’Onu a rispettare la libertà di espressione e lo stato di diritto. L’ultimo è giunto il 3 ottobre, quando gli esperti delle Nazioni Unite hanno affermato che la cancellazione della personalità giuridica di centinaia di associazioni "rappresenta un chiaro modello di repressione dello spazio civico" ed hanno espresso preoccupazione per gli attacchi e le interferenze illecite con la libertà dei media. Ma a Managua, non c’è interlocutore che tenga.

La porta è chiusa per la Chiesa, definita una "dittatura" e i sacerdoti "terroristi" e "golpisti". Le tensioni sono alle stelle anche con l’Unione europea, che dopo aver denunciato all’Onu le persecuzioni politiche in Nicaragua, si è vista espellere dal Paese la sua ambasciatrice, Bettina Muscheidt. Tutto questo preoccupa le Americhe, tanto da rendere il Nicaragua uno dei nodi del summit dell’Osa a Lima.

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