Estero

In Bulgaria vincono i conservatori ma il governo è un rebus

il partito Gerb dell’ex premier Boyko Borissov viene dato in chiaro vantaggio nelle elezioni parlamentari anticipate svoltesi oggi, le quarte in due anni

(Keystone)
2 ottobre 2022
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Il vento conservatore che sembra soffiare sull’Europa raggiunge anche la Bulgaria dove, stando ai primi dati preliminari, il partito conservatore Gerb dell’ex premier Boyko Borissov viene dato in chiaro vantaggio nelle elezioni parlamentari anticipate svoltesi oggi, le quarte in due anni. Elezioni che hanno registrato al tempo stesso un’affluenza bassissima, data a poco più del 35% degli aventi diritto, minimo storico per la Bulgaria.

Secondo gli exit poll diffusi subito dopo la chiusura dei seggi, al Gerb sarebbe andato il 24,6% dei consensi. Un evidente successo per Borissov, in passato alla guida di tre governi nel giro di quasi dieci anni, combattuto dall’opposizione e contestato dalla popolazione scesa in piazza per la dilagante corruzione e clientelismo. Borissov era uscito per questo sconfitto nelle ultime tornate elettorali, che tuttavia non avevano dato al Paese un governo stabile.

Il principale antagonista del Gerb, il partito liberale "Continuiamo il cambiamento" (Pp) che aveva vinto le elezioni precedenti nel novembre scorso con lo slogan "zero tolleranza alla corruzione", risulta al secondo posto con un dato preliminare al 18,9%. Il suo leader Kiril Petkov, diventato premier di un governo di coalizione, è rimasto al potere per pochi mesi, con il parlamento che lo ha sfiduciato per incompetenza e gestione caotica del paese.

Un esito rilevante ma preannunciato del voto riguarda l’ascesa del partito nazionalista Vazrazhdane (Rinascita), salito a oltre il 10% raddoppiando la sua presenza nel parlamento. Il suo leader Kostadin Kostadinov chiede la revisione delle condizioni di adesione della Bulgaria all’Ue e un referendum sull’appartenenza del paese alla Nato.

Entrerebbero in parlamento - che prevede lo sbarramento al 4% - anche il partito della minoranza turca Dps, dato al 14,8%, i socialisti (Bsp) con il 10,9%, e il partito di destra ‘Bulgaria democratica’, al 7,4%. Il partito populista ’C’è un popolo come questo’ (Itn) si piazzerebbe poco sopra lo sbarramento del 4%. In sostanza i risultati del voto, se saranno confermati dallo spoglio ufficiale della commissione elettorale centrale, sarebbero un deja vu. Entrerebbero nel parlamento unicamerale, che ha 240 seggi, le stesse formazioni politiche degli scrutini precedenti, anche se con diverse percentuali, confermando la forte frammentazione dell’Assemblea, con la conseguente incertezza e difficoltà per la formazione di una nuova maggioranza di governo.

Numeri alla mano, sembra certo che il Gerb di Borissov, anche se risultasse il vincitore delle elezioni, di sicuro rimarrà nuovamente isolato in parlamento. Il Pp dovrebbe formare un governo di minoranza o cercare difficili alleanze. Molto probabilmente, secondo alcuni analisti, un governo regolare verrà formato comunque anche se con orizzonti brevi, con la Bulgaria che resta fanalino di coda nell’Ue per povertà e corruzione.

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