Estero

Afghanistan, kamikaze si fa esplodere in una scuola a Kabul

Il bilancio delle vittime parla di almeno 20 i morti, per lo più ragazze, e 35 i feriti. Sospettato il ramo afghano dell’Isis

(Keystone)
30 settembre 2022
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Molti studenti sono stati colpiti dalle schegge al collo, in testa, agli occhi": questa la scena che si è presentata ai soccorritori accorsi in un centro educativo in Afghanistan che preparava ragazze e ragazzi a esami di ammissione all’università, attaccato stamattina da un terrorista kamikaze che si è fatto esplodere fra i banchi alle porte di Kabul. Almeno 20 i morti, per lo più ragazze, e 35 i feriti di questo attacco non ancora rivendicato, ma che getta i sospetti sul ramo afghano dell’Isis, che da oltre un anno sembra tenere sotto scacco l’odiato regime dei Talebani, considerato dai terroristi compromesso con l’occidente e non sufficientemente islamico, per quanto spesso i bersagli dell’Isis coincidano con quelli dei padroni di Kabul.

Zona a predominanza di sciiti già presa di mira in aprile

In questo caso è come se i bersagli fossero fra loro concentrici: ad essere colpite sono state infatti le studentesse, bandite dalle scuole superiori in tutto il Paese ma presenti in una delle poche scuole private della nazione; ma anche la minoranza etnica degli Hazara, tradizionalmente perseguitata dai Talebani, la cui comunità vive nel quartiere di Dasht-e-Barchi, dove sorge l’istituto, che a sua volta si trova all’interno di una zona a predominanza di sciiti, invisi ai sunniti integralisti, alla periferia ovest della capitale afghana. Il quartiere di Dasht-e-Barchi era infatti già stato preso di mira dall’Isis lo scorso aprile con due distinti attacchi kamikaze in altrettanti centri educativi che fecero almeno 6 morti e 20 feriti. Ma anche prima che i Talebani tornassero trionfanti a Kabul, il 15 agosto del 2021, il terrorismo sunnita aveva infierito sulla comunità sciita e sulle scuole per le donne, accanendosi contro lo stesso quartiere: nel maggio 2020 l’Isis – che allora faceva concorrenza ai Talebani – fu sospettato di un attacco armato contro un centro maternità in cui furono uccise 25 donne, per lo più partorienti; e lo scorso anno, poco prima del ritorno dei Talebani, tre bombe vicino ad altrettante scuole femminili del quartiere uccisero 85 persone e ne lasciarono 300 ferite.

Il Kaaj Higher Educational Centre, essendo un istituto privato dedicato al tutoraggio di uomini e donne che intendano preparare esami accademici, è una delle poche eccezioni in Afghanistan, dove da oltre un anno alle ragazze è proibito di fatto frequentare scuole superiori: di fatto perché le scuole a loro dedicate sono state chiuse e non ci sono segnali che possano riaprire presto.

Uccisi dapprima due guardiani armati

Il terrorista, sulla base delle testimonianze, ha prima ucciso a colpi d’arma da fuoco i due guardiani armati che presidiavano l’istituto, poi è entrato in una grande aula dov’erano assiepati circa 600 studenti, divisi per genere: ai primi banchi le ragazze, in quelli nella parte posteriore i ragazzi. Entrato dalla parte della cattedra, il kamikaze ha fatto detonare il corpetto esplosivo caricato di pallettoni e chiodi. "Non sono molti i ragazzi colpiti, perché loro si trovavano al lato opposto dell’aula", ma è una strage fra le ragazze, massacrate dalle schegge. "Si è scatenato il caos quando molti studenti, ragazzi e ragazze, hanno cercato di fuggire dall’edificio. Era una scena terribile. Erano tutti così terrorizzati", ha raccontato all’Afp un testimone. Anche fra i feriti, la maggior parte è costituita da donne: Emergency ha accolto nel suo ospedale 22 feriti, tutti fra i 18 e i 25 anni, di cui 18 ragazze.

L’attacco all’istituto Kaaj, scrive Samira Hamid di Amnesty International, "ricorda vergognosamente a tutti l’inettitudine e il totale fallimento dei Talebani nel proteggere il popolo afghano".

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