Estero

Furia Trump, ‘Biden nemico dell’America, lo cacceremo’

Gran parte delle quasi due ore di comizio del tycoon è stata dedicata a demolire l’indagine sui documenti classificati

(Keystone)
4 settembre 2022
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Joe Biden un "nemico dello Stato", la sinistra radicale "vera minaccia alla democrazia", l’Fbi "un mostro feroce controllato dai democratici e dai media": Donald Trump raccoglie la sfida di Joe Biden e in Pennsylvania contrattacca su tutti i fronti nel primo comizio dopo la clamorosa perquisizione del Bureau nella sua residenza di Mar-a-Lago, dove sono stati sequestrati migliaia di documenti classificati.

"Il suo è stato il discorso più divisivo e pieno d’odio mai fatto da un presidente americano, ha denigrato oltre 70 milioni di americani", ha attaccato furiosamente il tycoon rispondendo all’intervento a Philadelphia con cui Biden ha accusato Trump e i fan del movimento Maga (acronimo del suo slogan elettorale ’Make America Great Again’) di essere una minaccia per la democrazia e di voler riportare indietro il Paese. "Il pericolo vero viene dalla sinistra radicale, non dalla destra. A novembre cacceremo Biden e la Pelosi e ci riprenderemo il Paese", ha assicurato davanti a una folla esultante a Wilkes-Barre.

Gran parte delle quasi due ore di comizio però è stata dedicata a demolire l’indagine sui documenti classificati. "Siamo sotto assalto dell’Fbi e del dipartimento di Giustizia. L’Fbi è diventato un mostro feroce controllato dalla sinistra democratica e dai media ma io non resterò in silenzio", ha promesso, accusando il Bureau di usare due pesi e due misure, avendo prosciolto l’ex segretaria di stato Hillary Clinton per l’Emailgate. La perquisizione, ha denunciato, "è stata una parodia di giustizia", "uno dei più scioccanti abusi di potere di qualsiasi amministrazione nella storia americana" che "causerà un contraccolpo senza precedenti".

"Hanno pubblicato foto facendo intendere che quei documenti li avessi sparpagliati io sul pavimento. Sono persone veramente disoneste", ha incalzato ancora Trump riferendosi all’Fbi e alla foto che ha presentato in tribunale, raffigurante una serie di documenti "segreti" messi su un tappeto durante la perquisizione. "Non è solo la mia casa a essere stata assaltata, ma le speranze e i sogni di tutti i cittadini per i quali combatto da quando sono sceso dall’ascensore dorato nel 2015", ha proseguito, rievocando l’annuncio della sua candidatura presidenziale e rivelando che nel Russiagate "volevano mandare in prigione mio figlio Donald Jr".

Nel comizio Trump ha attaccato pure tutti i repubblicani che non lo hanno aiutato a ribaltare elezioni "truccate", a partire dal leader al Senato Mitch McConnell ("va disprezzato"), rischiando così di dividere il partito a due mesi da Midterm. E se non ha rinunciato a bacchettare la Merkel per aver ignorato il suo consiglio di non siglare l’accordo con la Russia per il gasdotto Nord Stream, ha voluto invece elogiare Putin e Xi ("brillanti").

Il tycoon è ridisceso in pista per sostenere due suoi candidati in Pennsylvania, cruciale swing state dove Biden tornerà lunedì, Labor day, per la terza volta in una settimana. Si tratta del medico star tv Mehmet Oz, per il Senato, e di Doug Mastriano, per la carica di governatore, entrambi in svantaggio nei sondaggi sui rivali dem. Il voto su di loro è un referendum su Trump e il trumpismo, che può avere effetti anche sull’eventuale decisione del tycoon di correre per la Casa Bianca. Ergendosi a kingmaker delle primarie repubblicane, l’ex presidente ha accettato ora la sfida di Biden di trasformare le elezioni di Midterm in un nuovo duello tra loro.

Con grande smacco del Grand Old Party, che preferiva fare campagna su inflazione e carovita temendo che l’ombra di Trump possa compromettere le sue chance di riconquistare il Congresso. In effetti il tycoon riesce sempre a scaldare la sua base ma non sembra in grado di andare molto oltre, intercettando i voti dei repubblicani più moderati e della maggioranza degli indipendenti. Lo stesso senatore Graham, uno dei suoi fedelissimi, ha ammesso che nel caso Trump ottenesse la nomination nel 2024, potrebbe avere difficoltà se il duello diventasse "una gara di personalità".

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