Estero

Trump contro l‘Fbi: ’Io vittima di un nuovo Watergate’

L’ex presidente si scaglia contro l’agenzia governativa dopo il blitz nella sua residenza di Mar-a-Lago. Nancy Pelosi: nessuno è al di sopra della legge

(Keystone)
9 agosto 2022
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Il cerchio della giustizia si stringe attorno a Donald Trump. L’Fbi ha perquisito il suo buen retiro di Mar-a-Lago in Florida, la "Casa Bianca d’inverno" diventata la sua residenza privata alla fine del mandato. Una mossa senza precedenti nella storia degli Stati Uniti proprio mentre il Dipartimento di giustizia, finora piuttosto timido nelle sue indagini sul tycoon, ha dato una netta accelerata a tutte le inchieste nelle quali è coinvolto Trump: dall’assalto a Capitol Hill, alle frodi elettorali in Georgia, ai contenziosi con il fisco a New York. Nelle ultime ore un’altra batosta per l’ex presidente, dopo che un tribunale ha stabilito che dovrà consegnare le sue dichiarazioni dei redditi al Congresso.

La notizia del blitz è stata data dallo stesso tycoon che, in una nota alla Cnn e in un post sul suo social Truth, si è presentato come la vittima di un nuovo Watergate. "Questi sono tempi bui per la nostra nazione: la mia bella casa, Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, è attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell’Fbi. Hanno persino fatto irruzione nella mia cassaforte!", ha attaccato l’ex presidente. "Dopo aver lavorato e collaborato con tutte le principali agenzie governative questo raid non annunciato nella mia residenza non era né necessario né appropriato", ha tuonato Trump ripetendo per due volte in poche righe la parola "raid" allo scopo di insinuare che non si sia trattato di una regolare perquisizione autorizzata da un giudice, ma di un atto violento frutto della "strumentalizzazione della giustizia" da parte dei "democratici di sinistra radicali che vogliono disperatamente evitare che mi candidi alle elezioni del 2024". "Qual è la differenza tra questo e il Watergate?", ha chiesto infine provocatoriamente il tycoon. "L’unica differenza è che qui sono i democratici che hanno fatto irruzione nella casa del 45esimo presidente degli Stati Uniti".

Al momento dell’arrivo dei federali, alle 10 di lunedì, Trump non era a Mar-a-Lago ma nel suo grattacielo a New York e poi sembra si sia rifugiato nel golf club di Bedminster, in New Jersey. È stato il figlio Eric ad avvertirlo del blitz. Lo scopo della perquisizione – ormai quasi certo anche se nessuna conferma ufficiale è arrivata dal Dipartimento della giustizia – erano 15 scatoloni di documenti classificati che l’ex presidente aveva portato via dalla Casa Bianca alla fine del suo mandato e che sono stati restituiti ai National Archives soltanto a gennaio dopo un anno di contrattazioni, sminuite da Trump come "procedure di routine". Fonti informate hanno raccontato che i federali hanno fatto irruzione nella cassaforte nello studio di Trump e ne sono usciti con dei contenitori di documenti.

L’interesse dell’Fbi sulle famose carte segrete era iniziato mesi fa quando un piccolo gruppo di agenti, accompagnati da un alto funzionario del Dipartimento della giustizia, aveva fatto visita a Mar-a-Lago. In quell’occasione era presente anche Trump che tuttavia si era limitato a salutare lasciando poi due suoi avvocati, Christina Bobb ed Evan Corcoran, a rispondere alle domande. Per un presidente impossessarsi di documenti di Stato è un reato federale ma secondo molti osservatori è difficile che il tycoon possa essere incriminato per questo e finire addirittura in carcere. "Nessuno è al di sopra della legge, neanche un ex presidente", ha attaccato la speaker della Camera Nancy Pelosi, agguerrita avversaria di Trump.

Che la perquisizione possa essere un colpo per la candidatura alle elezioni del 2024 è tutto da dimostrare. Poche ore dopo il blitz una ventina di sostenitori si è radunata fuori da Mar-a-Lago sventolando le bandiere e urlando lo slogan "Make America Great Again". Lo stesso ex presidente ha pubblicato sul suo social un video elettorale di 4 minuti in cui denuncia il declino degli Stati Uniti e assicura "presto" un ritorno alla grandezza. E i repubblicani, negli ultimi mesi spesso in imbarazzo per gli sviluppi dell’inchiesta sull’assalto a Capito Hill, questa volta hanno fatto muro e difeso Trump minacciando di tagliare i fondi dell’Fbi ridotto, secondo loro, a strumento politico nelle mani dei democratici.

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