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Kiev riduce la pena al primo soldato russo condannato

Non più ergastolo, ma 15 anni al sergente Shishimarin. L’uomo si era riconosciuto colpevole

Vadim Shishimarin al processo con la sua traduttrice (Keystone)
29 luglio 2022
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Kiev mostra clemenza e riduce a 15 anni la condanna all‘ergastolo inflitta la scorso maggio al ’sergente bambino’, il giovane Vadim Shishimarin che ammise in tribunale la responsabilità dell’uccisione a sangue freddo di un civile in bicicletta. Una corte ucraina ha "riconosciuto in parte il ricorso presentato dal legale" di Shishimarin, recita un comunicato ufficiale che tuttavia non precisa gli elementi che hanno ridotto la condanna.

Le reazioni

L’avvocato del sergente, per la cui sorte aveva espresso preoccupazione finanche il Cremlino, rompendo l’usuale silenzio tenuto in questi casi, aveva definito la pena eccessiva, assunta sotto il peso della pressione dell’opinione pubblica. "Questa è la sentenza più severa e qualsiasi persona equilibrata la contesterebbe", aveva detto il legale, Viktor Ovsyannikov - per molti ‘l’avvocato del diavolo’ - preannunciando ricorso subito dopo la fine del processo, il primo contro un soldato russo tenutosi in Ucraina che ha attirato attenzione in tutto il mondo. Il giovane siberiano, 21 anni, si era riconosciuto colpevole, chiedendo perdono alla moglie della vittima in aula, circostanza che però non aveva affatto impietosito i giudici, convinti che si trattasse di una simulazione.

Secondo l’accusa, il 28 febbraio le unità ucraine avevano avuto la meglio sulla divisione corazzata russa di Shishimarin, che di fronte alla disfatta si era messo in fuga insieme ad altri quattro militari a bordo di un’auto rubata. Il gruppo era quindi entrato nel villaggio di Chupakhivka, nella regione di Sumy, e lungo la strada aveva incrociato il 62enne Oleksander Shelipov, che tornava a casa in bici parlando al cellulare. Assolutamente innocuo dunque. Uno degli altri soldati ordinò a Shishimarin di sparargli e il sergente obbedì.

Finora 3 condannati

Il giovane è uno dei tre soldati russi sino a oggi condannati in Ucraina, gli altri due Alexander Bobikin e Alexander Ivanov sono stati condannati a 11 anni e mezzo ciascuno. I due erano entrati in azione il primo giorno dell’invasione, il 24 febbraio, nella regione di Kharkiv, a bordo di un veicolo da combattimento da cui era partito un raid che aveva distrutto una scuola, senza vittime. Anche in questo caso secondo la difesa, i soldati avevano agito seguendo gli ordini e sotto costrizione

Indagini a tappeto

Kiev, dove la Corte Penale internazionale ha deciso di aprire un ufficio, sta indagando su oltre 21.000 potenziali crimini di guerra commessi dalla Russia. E gli ucraini immaginano una sorta di ‘Norimberga’ con un tribunale speciale a Kharkiv, alla fine delle ostilità. Qui "la Russia ha commesso alcuni dei più grandi crimini di guerra e questa città potrebbe diventare la sede di un tribunale contro la Federazione Russa dopo che l’Ucraina avrà vinto", ha annunciato il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. Mosca non rimane con le mani in mano: pochi giorni fa ha formalizzato le accuse di crimini contro l’umanità nei confronti di 92 comandanti militari ucraini e ha proposto un tribunale internazionale sostenuto da Paesi come Bolivia, Iran e Siria. La commissione investigativa russa ha avviato più di 1.300 indagini penali.

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