Estero

In Italia il Draghi Bis si allontana, con o senza grillini

Il caos nel Movimento è totale e gli altri partiti non sanno che pesci pigliare. Giorgia Meloni vuole andare a votare

(Keystone)
15 luglio 2022
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Un governo Draghi bis si allontana, con o senza il Movimento Cinque Stelle, e la legislatura in Italia appare sempre più in bilico. I partiti hanno ancora quattro giorni per trattare e rimettere insieme i pezzi della crisi che si è aperta con il non voto di fiducia del M5s al Senato, ma si tratta di un’impresa in salita.

Ritirare o meno la delegazione al governo è la domanda che manda in tilt i pentastellati nelle stesse ore in cui Matteo Salvini e Silvio Berlusconi chiudono a qualsiasi ipotesi di poter continuare a sedere insieme a loro nell’esecutivo. Il Partito democratico, che continua a sperare in un ripensamento di Draghi, resta convinto che "formato e perimetro" della maggioranza debbano rimanere inalterati. Ma se queste sono le "premesse", osserva il sottosegretario a Palazzo Chigi Bruno Tabacci, "la legislatura è finita". E anche il leghista Giancarlo Giorgetti ammette che "le squadre sono ormai stanche" e che la "partita sia difficile da sbloccare". La scelta di Draghi appare ai più definitiva, come hanno mostrato le parole scelte per annunciare le dimissioni ai suoi ministri, poi congelate da Mattarella.

In cima alla lista dei partiti che puntano a non chiudere la legislatura anzitempo c’è il Pd con il sostegno di Liberi e Uguali (Leu). I Pd guardano tra l’altro inevitabilmente alle alleanze, consapevoli che senza il campo largo battere il centrodestra diventa una missione disperata. Il passaggio parlamentare, voluto da Mattarella, "è giustissimo" sostiene anche il ministro Roberto Speranza escludendo però un Draghi bis. Che invece è la ricetta indicata sia da Più Europa e Azione sia da Italia Viva. Matteo Renzi ha lanciato una petizione online: "Faremo di tutto per avere un Draghi Bis libero dai condizionamenti che affronti le scelte necessarie al Paese", ha detto l’ex premier.

In casa cinquestelle regna intanto sovrano il caos: riunioni su riunioni non portano a trovare un punto di caduta. Avanza l’ipotesi di ritirare la delegazione dal governo senza però che il consenso sia unanime: il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha messo agli atti il proprio dissenso spiegando che in questo modo si chiuderebbe in modo definitivo a qualsiasi mediazione. Chi si è detta convinta che la legislatura sia arrivata al capolinea è la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, mentre Salvini e Berlusconi hanno bollato come irresponsabili i 5S e si dichiarano pronti alle urne.

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