Estero

Guerra del gas: Mosca lo taglia in 12 Paesi Ue

A Bruxelles la situazione è ritenuta serissima: ‘Siamo preparati a ogni scenario’

Stop al Nord Stream e flussi tagliati a dodici paesi dell’Ue. Il lunedì nero dell’energia, per l’Europa, inizia nel peggiore dei modi e segna, forse, una nuova tappa nella guerra del gas del Cremlino. Se il blocco del gasdotto che porta metano alla Germania dall’11 al 21 luglio era stato annunciato per "manutenzioni programmate", non lo sono le riduzioni decise oggi da Gazprom, rispettivamente di un terzo e del 70% per Italia e Austria. A Bruxelles aumenta la sensazione che il quadro sia destinato a peggiorare. "La situazione è serissima, siamo preparati a ogni scenario", è l’allarme certificato dalla Commissione Ue.

Un piano d’emergenza per l’inverno

La nuova mossa di Vladimir Putin è arrivata proprio mentre cominciava la riunione dell’Eurogruppo, l’organo informale dei ministri degli Stati dell’Eurozona. Sul tavolo c’era innanzitutto il peggioramento della situazione economica della zona euro ma il gas ha svolto il classico ruolo di convitato di pietra. Il pressing dei Paesi membri per una risposta europea cresce di ora in ora. Palazzo Berlaymont ha già fatto sapere che il 20 luglio varerà un piano per l’emergenza in vista del prossimo inverno. Difficile che ci sia un’ulteriore accelerazione anche se, come hanno ammesso diversi ministri dell’Economia, "siamo in un quadro di elevatissima incertezza".

Coordinare la risposta

Il rischio che i 27 si muovano in ordine sparso è dietro l’angolo. Anche perché la guerra energetica di Mosca ha effetti disomogenei in Europa e colpisce, innanzitutto, gli Stati del Nord e dell’Est. Germania e Repubblica Ceca sono già corsi ai ripari firmando un accordo di cooperazione in caso di emergenza. Bruxelles vuole innanzitutto che la risposta sia coordinata. I pilastri della sua strategia sono tre: il riempimento degli stock comuni all’80% entro l’inverno, il risparmio energetico, la solidarietà tra i paesi membri. E’ quest’ultimo il punto destinato ad essere più discusso: il principio che l’Ue vorrebbe raccomandare è quello di dare gas a chi ne ha bisogno sfruttando la reversibilità direzionale di buona parte dei gasdotti europei.

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