Dall’inizio di maggio è stato rilevato un aumento dei casi lontano dai Paesi dove la malattia è da tempo endemica
Il vaiolo delle scimmie non è per il momento da considerare un’emergenza sanitaria: lo ha dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La dichiarazione è stata affidata allo stesso direttore generale dell’agenzia Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che in una nota diffusa dopo una riunione di esperti, ha detto che il vaiolo delle scimmie è una minaccia alla salute la cui evoluzione è preoccupante, ma che al momento non ha raggiunto lo stadio di un’emergenza sanitaria globale.
Dall’inizio di maggio è stato rilevato un aumento dei casi di vaiolo delle scimmie lontano dai Paesi dell’Africa centrale e occidentale dove la malattia è da tempo endemica. Quest’anno sono stati segnalati all’Oms più di 3’200 casi confermati e un decesso da circa 50 Paesi in cui la malattia non è endemica.
"Inoltre, dall’inizio del 2022, quasi 1’500 casi sospetti e circa 70 decessi sono stati segnalati in Africa centrale, principalmente nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana e in Camerun", ha dichiarato Tedros giovedì.
Il 14 giugno il direttore generale dell’Oms ha annunciato la convocazione di un comitato d’emergenza per valutare se l’attuale epidemia costituisse un’emergenza sanitaria di rilevanza internazionale. L’ultima è stata dichiarata nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19.
Conosciuto nell’uomo dal 1970, il vaiolo delle scimmie è considerato una malattia rara. Inizia con una febbre alta e si sviluppa rapidamente in un’eruzione cutanea con croste. Di solito è lieve e guarisce spontaneamente dopo due o tre settimane.
In genere è causata da un virus trasmesso all’uomo da animali infetti. Ma nell’attuale epidemia, la trasmissione da uomo a uomo è in primo piano. La maggior parte dei casi segnalati finora riguarda uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.