Estero

Sfida alla Cina di Usa e Taiwan: via ai colloqui commerciali

A poche ore dall’ultimo, minaccioso volo di 30 aerei d’attacco di Pechino nell’area di difesa dell’isola, Washington e Taipei ci riprovano

La bandiera di Taiwan sventola nel cielo di Taipei (Keystone)
1 giugno 2022
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L‘America di Joe Biden lancia un nuovo guanto di sfida alla Cina e annuncia colloqui commerciali con Taiwan. A poche ore dall’ultimo, minaccioso volo di 30 aerei d’attacco cinesi nell’area di difesa dell’isola, Washington e Taipei hanno fatto partire oggi ciò che ha già ufficialmente il nome di ’Iniziativa Stati Uniti-Taiwan sul commercio del XXI secolo’.

Il caso

Tenuta a battesimo da un incontro online fra la vice rappresentante al commercio Usa, Sarah Bianchi, e il ministro per i Negoziati commerciali di Taiwan, John Deng, l’iniziativa ha lo scopo di "sviluppare mezzi concreti per approfondire" i rapporti economici, in direzione di impegni futuri concreti e "economicamente importanti". Una sorta di road map per ora, proiettata nel futuro, niente che per ora metta in questione regolamenti e tariffe commerciali, che invocherebbero il coinvolgimento del Congresso americano. E niente di formale, come ad esempio un accordo fra due Stati, che provocherebbe una reazione di Pechino, che potrebbe andare oltre la prevedibile sfuriata diplomatica.


Joe Biden durante l’incontro virtuale con Xi Jinping (Keystone)

La Cina non perde infatti occasione per ricordare a Washington e alleati che, in base al principio della ‘Cina unica’, considera Taiwan niente più che una provincia ribelle, destinata a essere riunificata alla madrepatria, se necessario anche con l’uso della forza. Del resto Taiwan era rimasta fuori dall’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), l’ambizioso piano di investimenti e di rafforzamento dei rapporti commerciali lanciato il 22 maggio da Tokyo, durante il tour asiatico di Biden: il trattato fra Usa e 12 Paesi dell’Asia e del Pacifico, che insieme fanno il 40% del Pil mondiale, che rafforzerà il peso economico e geopolitico di Washington con l’obiettivo di contenere quello della Cina, che a sua volta sta tentando di espandere la propria influenza diretta nel Pacifico.

Il trattato

Fanno parte del nuovo trattato India, Giappone, Corea del Sud Australia, Indonesia, Thailandia, Singapore, Malesia, Filippine, Vietnam, Nuova Zelanda e Brunei. Quanto a Taiwan, il segretario al Commercio Usa, Jake Sullivan, chiarì nell’occasione che "non ne farà parte al suo lancio", lasciando laconicamente intendere sviluppi anche per l’isola, lasciata fuori nell’immediato per non creare un urto diretto con il Dragone. E in ossequio all’ambiguità strategica da sempre osservata da Washington nei confronti di Taipei: appoggio politico-militare mai ufficialmente dichiarato per non provocare Pechino e per non dare avallo ufficiale all’indipendenza dell’"isola ribelle".

Un canone violato da Biden stesso pochi giorni fa, quando ha dichiarato che gli Usa si impegnerebbero a difendere militarmente Taiwan se la Cina tentasse di conquistarla con la forza. Ma quella porta socchiusa del nuovo trattato commerciale non basta a un gruppo bipartisan di 52 senatori americani, che in una lettera alla Casa Bianca osservano come l’aver lasciato fuori da quello che la stampa ha ribattezzato "l’accordo economico del XXI secolo" un partner commerciale come Taiwan "potrebbe consentire al governo cinese di asserire che la comunità internazionale di fatto non s’impegna a fornire appoggio significativo" a Taipei: una percezione che potrebbe isolare Taiwan ed esporla al pericolo di potenziali azioni di forza da parte di Pechino.

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