Stati Uniti

‘Una decisione sbagliata’ non irrompere nella classe

Tre giorni dopo il massacro di Uvalde, il capo del Dipartimento di pubblica sicurezza prende la parola. Oltre cento i colpi sparati dal killer

In ricordo delle piccole vittime
(Keystone)
27 maggio 2022
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Il killer della strage della scuola elementare in Texas ha sparato almeno 100 proiettili. Lo ha riferito in una conferenza stampa Steven McCraw, capo del Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas.

La porta della scuola dalla quale è entrato il killer Salvador Ramos è stata aperta da un’insegnante che aveva sentito il rumore di un incidente, ha spiegato McCraw. Prima di entrare nella Robb Elementary per compiere la strage, Ramos infatti era finito in un fosso con il suo camioncino. Il rumore ha allertato l’insegnante e due impiegati di un’agenzia funebre lì vicino che sono usciti. Ramos è uscito dal furgone armato e ha sparato ai due senza colpirli, l’insegnante è tornata nella scuola e ha chiamato il numero di emergenza 911 lasciando la porta aperta. Oltre alla maestra, anche molti bambini hanno chiamato il numero.

McCraw ha definito "una decisione sbagliata" quella delle forze dell’ordine di non sfondare la porta della classe dove il killer stava sparando agli alunni.

Il comandante, che ha preso la decisione di non fare irruzione in classe, pensava che "non ci fossero bambini a rischio". "Ovviamente sbagliava", ha aggiunto il colonnello McGraw. Alla domanda se pensasse di dovere delle scuse ai genitori delle piccole vittime ha risposto: "Se pensassi che possa aiutarli, chiederei scusa".

La testimonianza di un bambino sopravvissuto

Intanto, a tre giorni dalla strage, cominciano a parlare anche i bambini sopravvissuti alla sparatoria. Samuel Salinas, di dieci anni, si è dato per morto dopo che schegge dei proiettili sparati dalle armi automatiche dello sparatore Salvador Ramos lo hanno raggiunto a una gamba.

Il bambino è rimasto immobile per terra e così – ha detto oggi all’emittente televisiva statunitense Abc – molti altri suoi compagni di classe. Un cellulare nel banco di una compagna ha cominciato a suonare: mentre la ragazzina cercava di fermarlo, Samuel ha sentito nuovi spari. Poi è arrivata la polizia. "Ho visto i corpi delle maestre e degli altri bambini. C’era sangue per terra e c’erano bambini coperti di sangue".

Nella ricostruzione di Samuel Salinas, Ramos ha fatto irruzione in classe e ha chiuso la porta gridando: "Morirete tutti". Tutti gridavano. "Prima ha ucciso le maestre, poi i miei compagni", ha ricordato il bambino, che a un certo punto ha visto lo sparatore che puntava su di lui, ma fortunatamente una sedia ha bloccato il proiettile e lui è stato colpito solo di striscio.

Dal giorno della strage Samuel ha incubi ricorrenti. Non vuole più tornare a scuola e neanche vedere i suoi compagni per timore che i traumi di quei momenti di terrore riaffiorino.

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