Estero

Caro-concimi? Niente paura: scarti di pesce per i campi

Ecco il modo ‘green’ per riutilizzare 27 milioni di tonnellate di prodotti, provenienti dall’industria ma anche dalla pesca professionale

Pronti per essere riutilizzati come fertilizzante
(Keystone)
14 maggio 2022
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Scarti di pesci, molluschi e crostacei per far crescere meglio dai pomodori agli spinaci. Un modo utile e green per dare ‘nuova vita’ ai circa 27 milioni di tonnellate di scarti di pesce prodotti ogni anno nel bacino del Mediterraneo dall’industria del settore.

I pesci che si decompongono nel suolo, infatti, rilasciano sostanze benefiche come ammoniaca, acido solfidrico, fosforo, iodio, manganese. Componenti che negli ultimi mesi hanno raggiunto costi inaccessibili, con aumenti a doppia cifra. Basti pensare che nel 2021, come fa sapere The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica del continente europeo, l’Italia ha importato 65 milioni di euro di fertilizzanti dalla Russia, Paese che soddisfa il 13% del mercato mondiale, 20 milioni dalla Bielorussia e 55 milioni dall’Ucraina.

Si tratta solo di uno dei tanti impieghi che gli scarti ittici possono avere in agricoltura, tanto che oggi sono le piattaforme online di acquisto a proporre diverse soluzioni per questo genere di fertilizzazione, ma non manca sempre sul web chi dispensa consigli per realizzare in casa emulsioni di pesce.

Ma non è solo l’industria a contribuire alla creazione dei concimi alternativi, perché secondo Fedagripesca-Confcooperative, anche dalla pesca professionale potrebbe arrivare un contributo concreto.

Dal 2014, infatti, l’Unione Europea impone ai pescatori di portare a terra quei pesci che un tempo dovevano essere buttati in mare perché troppo piccoli per essere commercializzati. Si tratta per lo più di sardine, acciughe, sgombri e sugarelli, ma anche triglie e merluzzo che potrebbero essere trasformali in mangimi ma anche in cosmetici, prodotti farmaceutici e additivi alimentari.

"L’importante è garantire uno sbocco commerciale a questi pesciolini che non possono essere destinati a consumo umano alimentando una filiera green oggi sempre più importante", spiega l’associazione.

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