Estero

Resta in Italia il quadro portato in Svizzera illegalmente

La magistratura torinese ha ottenuto la confisca del ‘Gentiluomo col cappello’, attribuito a Tiziano Vecellio: reato prescritto per due svizzeri indagati

Autoritratto del pittore Tiziano Vecellio
27 aprile 2022
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Resta in Italia per iniziativa della magistratura torinese il ‘Gentiluomo col cappello’, un dipinto attribuito al pittore Tiziano Vecellio – o comunque a un autore italiano del XVI secolo – che era stato esportato illegalmente in Svizzera una ventina di anni fa.

Il pm Giovanni Caspani ha preso atto che i reati sono ormai prescritti, ma ha chiesto e ottenuto dal gip Maria Francesca Abenavoli la confisca dell’opera, che i carabinieri avevano preso in consegna nel 2020 dopo una ispezione in un laboratorio di restauro nell’Astigiano.

Nel procedimento comparivano come indagati due cittadini elvetici (l’uno per ricettazione, l’altro per violazione del codice sulla tutela dei beni artistici). I loro difensori si erano opposti alla confisca ma il pm ha sostenuto che il provvedimento è una "misura recuperatoria di carattere amministrativo" che in questo caso è possibile applicare perché l’indagine ha dimostrato che non c’è stata "buona fede" da parte dei protagonisti della vicenda.

Il quadro, come annota il gip nel provvedimento di confisca, fino al 2003 si trovava in territorio italiano, da dove è poi "inspiegabilmente sparito". Uno dei due svizzeri ha dichiarato di averlo acquistato dal connazionale nel 2004 grazie a un amico elettricista che gli aveva segnalato la possibilità di un "buon affare". Risulta però che all’ufficio esportazioni di Torino giunse una richiesta di Cai (certificato di avvenuta importazione) di un’opera identificata come "ritratto di gentiluomo con berretto nero" risalente non al Cinquecento, ma al XVIII secolo, con generica l’attribuzione a un autore della scuola veneta. Interrogato, il venditore dichiarò di avere prelevato il dipinto a Como e di averlo portato in Svizzera senza passare dall’ufficio esportazioni.

Nel maggio 2020, nell’ambito di una serie di accertamenti, i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale visitarono il laboratorio di restauro astigiano dove il ‘gentiluomo’ era stato portato mesi prima per un esame agli infrarossi. Quindi trovarono il quadro nella sede di un corriere che, da Torino, lo stava per rispedire in Svizzera. Quanto al valore dell’opera, il gip ha sottolineato che una perizia svolta dal professor Giovanni Gentile nel 1998 parla di circa 5-6 miliardi di vecchie lire.

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