Estero

Coronavirus, nuovi contagi più che triplicati a Shanghai

Dai 96 casi di lunedì si è passati a 326. Balzo in avanti anche degli asintomatici, cresciuti di oltre un migliaio, a 5’656

Ondata di ritorno
(Keystone)
30 marzo 2022
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Continuano a crescere i casi di Covid-19 a Shanghai, quando metà della città è al terzo giorno di lockdown per i test di massa, parte degli sforzi per frenare l’ondata di variante Omicron.

In base ai dati postati dal Governo locale sui social media e relativi a martedì, i contagi si sono più che triplicati fino a 326 (dai 96 di lunedì), mentre i portatori asintomatici sono aumentati di oltre un migliaio di unità, salendo a quota 5’656. Peggiora la situazione nell’intera Cina dove sono state registrate quasi 9’000 infezioni, di cui 1’565 di trasmissione domestica, ha riferito la Commissione sanitaria nazionale.

Le autorità cinesi hanno cercato di rassicurare le aziende e gli investitori sulla situazione nell’hub finanziario del Paese, dove la politica della ‘tolleranza zero’ al Covid-19 è stata messa a dura prova, sia pure nella sua versione aggiornata, quella cosiddetta ’dinamica’, che punta a evitare di sconvolgere eccessivamente l’economia e la vita quotidiana delle persone.

Il blocco fino al primo aprile della parte orientale della città da 26 milioni di abitanti è entrato nel suo terzo giorno, registrando un’accelerazione sui tempi di intervento nella parte occidentale a causa del balzo dei casi sia accertati sia asintomatici. Molti negozi sono chiusi e le persone per strada restano minime anche nella parte aperta di Shanghai: nell’area di Puxi, infatti, la via pedonale dello shopping di Nanjing Road è rimasta per lo più chiusa e i ristoranti hanno offerto servizi di asporto. Le autorità lavorano per assicurare gli approvvigionamenti alimentari dopo gli acquisti da panico di domenica, all’annuncio del lockdown in due fasi, e le segnalazioni di carenza di carne e verdure.

Il lockdown di Shanghai è destinato a diventare il più grande in Cina su una singola città dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19 di due anni fa: sono circa 68’000 i volontari che, con i dipendenti governativi, sono di stanza ai posti di blocco intorno ai complessi residenziali condonati con spartitraffico e barriere improvvisate.

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