Estero

Si ferma Novaya Gazeta, ultima voce critica anti-Putin

Redattori di Novaya Gazeta parlano di un monito da Roskomnadzor, l’agenzia statale per il controllo sui media, per il contenuto critico dei loro articoli

(Keystone)
28 marzo 2022
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Anche Novaya Gazeta, la più autorevole testata indipendente russa, getta la spugna. I redattori del quotidiano diretto dal Premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, che pubblicò tra l’altro i reportage di Anna Politkovskaja sulla guerra in Cecenia, hanno annunciato che sospenderanno le pubblicazioni fino alla fine della guerra in Ucraina, motivando la decisione con le pressioni delle autorità.

Dopo la chiusura nelle ultime settimane di altri media quali la radio Echo di Mosca e la televisione Dozhd, il panorama dell’informazione russa appare quasi integralmente irreggimentato e in linea con le direttive del Cremlino, volte a cancellare ogni manifestazione di dissenso.

Praticamente l’unica voce che continua a cantare fuori dal coro è quella di Meduza, sito di notizie ufficialmente messo al bando ma ancora visibile aggirando la censura tramite Vpn. E proprio Meduza è stata l’unico media russo a trasmettere la prima intervista data dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad alcune testate russe. Il sito è stato designato ormai da quasi un anno come ‘agente straniero’.

Una classificazione che in teoria non comporta misure punitive, ma penalizza le testate che ne sono colpite soprattutto in termini di perdita di introiti pubblicitari, poiché gran parte delle aziende, nel timore di compromettersi, non accetta di mantenere con esse rapporti di collaborazione. L’ultimo media, per ora, a guadagnarsi l’etichetta di agente straniero è stata oggi la tedesca Deutsche Welle, la rete internazionale della televisione pubblica tedesca il cui ufficio di Mosca era stato chiuso il 3 febbraio scorso dalle autorità russe in risposta al bando posto da Berlino alle trasmissioni della televisione russa in lingua tedesca RT DE.

Annunciando la sospensione delle pubblicazioni in formato cartaceo e ogni attività online, i redattori di Novaya Gazeta l’hanno motivata con un nuovo monito ricevuto da Roskomnadzor, l’agenzia statale per il controllo sui media, per il contenuto critico dei loro articoli. "Quindi – aggiungono – sospendiamo le pubblicazioni fino alla fine ‘dell’operazione speciale sul territorio dell’Ucraina’". Vale a dire l’invasione russa, che i redattori citano con la definizione ufficiale imposta dalle autorità di Mosca.

Novaya Gazeta si contraddistingue per la pubblicazione di inchieste sulla corruzione, le persecuzioni politiche e vari altri argomenti, quali l’inquinamento. Il 24 febbraio, giorno dell’aggressione, sul sito del quotidiano Muratov aveva espresso "dolore e vergogna" e il giorno dopo l’edizione cartacea era uscita stampata in russo e in ucraino in segno di solidarietà con il Paese invaso. Successivamente aveva annunciato di voler donare la medaglia del Nobel ai rifugiati ucraini. In passato il giornale aveva pubblicato le inchieste e gli articoli di denuncia degli abusi del potere di Anna Politkovskaja, uccisa nell’ottobre del 2006 in un agguato di cui non è mai stato indicato il mandante.

Il giornale, afferma l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue Josep Borrell, ha dovuto sospendere le pubblicazioni "in seguito ad anni di intimidazioni", nel quadro di un’opera di "censura" delle autorità che si accompagna alla "manipolazione e disinformazione dei media di Stato". "Oggi in Russia – ha rincarato Teresa Ribeiro, rappresentante per la libertà dei media dell’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) – la libertà di stampa è sostanzialmente imbavagliata".

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