Estero

L’ambasciata svizzera a Kiev resta attiva in modalità ridotta

I rappresentanti diplomatici svizzeri sul posto sono preparati a un eventuale deterioramento della situazione

26 febbraio 2022
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L’edificio che ospita l’ambasciata svizzera a Kiev è intatto, secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). La rappresentanza elvetica può continuare la sua attività in maniera ridotta, non sono previsti né un trasferimento e neppure una chiusura.

"Il contatto con la nostra ambasciata a Kiev è possibile e non è mai stato limitato dal punto di vista tecnico", ha indicato oggi il Dfae all’agenzia di stampa Keystone-Ats.

I rappresentanti diplomatici svizzeri sul posto sono preparati a un eventuale deterioramento della situazione. "In una situazione del genere i preparativi per una possibile chiusura temporanea fanno parte del normale lavoro di preparazione alla crisi di una rappresentanza straniera", ha precisato il Dipartimento.

Assistenza per l’uscita dal Paese

Varie persone si sono annunciate nei giorni scorsi presso l’ambasciata e all’hotline del dipartimento. Erano preoccupate per la situazione e per gli ulteriori sviluppi. Alcune di loro hanno chiesto sostegno al Dfae per lasciare l’Ucraina.

I servizi di Ignazio Cassis hanno invitato gli svizzeri ad abbandonare il paese con i propri mezzi, fintanto che ciò fosse possibile. In caso contrario, il Dipartimento ha raccomandato di rimanere in un luogo sicuro.

Al momento non si sa quanti cittadini elvetici abbiano già lasciato l’Ucraina. Prima dell’inizio delle operazioni militari russe, all’ambasciata di Kiev si erano annunciate 268 persone tra cittadini svizzeri e loro famigliari stranieri. Fino a oggi questo numero non è cambiato, in quanto non vi è alcun obbligo di cancellazione se si abbandona temporaneamente il paese.

Evacuazione parziale

A margine della conferenza del Consiglio federale sulla politica europea, il presidente della Confederazione Cassis aveva precisato che era iniziata l’evacuazione parziale dell’ambasciata elvetica di Kiev. Sul posto sarebbe rimasto solo il personale indispensabile.

"Tutti i dipendenti il cui lavoro non è indispensabile lasceranno il paese. Rimarranno sei-sette persone che garantiranno le attività principali", aveva aggiunto Cassis, sottolineando come praticamente tutti i diplomatici degli altri paesi abbiano lasciato l’Ucraina.

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