coronavirus

Italia: liberi tutti dal primo aprile

Non verrà prorogato lo stato d’emergenza. Resta il nodo green pass, che verrà eliminato gradualmente

Un sorridente Mario Draghi (Keystone)
23 febbraio 2022
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Lo stato d‘emergenza Covid non sarà prorogato oltre il 31 marzo: l’orientamento del governo italiano, nell’aria da qualche giorno, è stato confermato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha annunciato anzi di avere come obiettivo "riaprire del tutto, al più presto". Dal 1 aprile, dunque, addio alle mascherine all’aperto, alle Ffp2 e alle quarantene nelle scuole, ma anche alla ormai familiare ‘mappa a colori’ della Penisola. L’uso del Green pass invece sarà progressivamente allentato, limitando via via l’obbligo del ’rafforzato’.

"Il Governo - ha detto Draghi - è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento grazie al successo della campagna vaccinale - ha aggiunto - e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese".

Con la fine dello stato d’emergenza, dunque, arriveranno novità, a cominciare dalle scuole: "Resteranno sempre aperte per tutti - ha detto il premier - Saranno infatti eliminate le quarantene da contatto e cesserà l’obbligo delle mascherine Ffp2 in classe". Sempre da aprile cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e "non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate".

Resta il nodo green pass. Draghi ha messo in chiaro stasera che il criterio sarà quello della progressività, a cominciare dall‘uso del ’super’: "Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato rafforzato - ha detto - a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli". In ogni caso, ha assicurato il capo del governo, "continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze".

I numeri

Nel frattempo i numeri parlano di una pressione sempre minore sugli ospedali: i ricoveri sono in discesa da quattro settimane e negli ultimi 7 giorni il calo è stato del 12%. Il quadro emerge innanzitutto dall’ultima rilevazione del Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, riferita alla giornata di ieri. Una diminuzione che appare più netta nei reparti ordinari (con un -12,6%); nelle terapie intensive invece si attesta al -3,8%. Anche i dati Agenas aggiornati al 22 febbraio danno conto di un trend positivo: rispetto al giorno precedente, la percentuale di posti letto in intensiva occupata da pazienti con il Covid è scesa di un punto, arrivando al 9%, sotto la soglia di allerta del 10%.

L’occupazione dei reparti di area medica invece è ferma al 20% ma scende in 10 regioni. Risultati frutto, secondo gli esperti, anche dell’allargamento del ‘popolo’ dei vaccinati, sebbene i dati del bollettino quotidiano suggeriscano che la pandemia non è alle spalle: 49.040 i contagi nelle 24 ore (ieri 60.029) e 252 (contro 322) le vittime. Il tasso di positività è salito al 10,2%. Sono poi 886 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 in meno rispetto al giorno prima.

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