Estero

Il tesoro afghano in Usa alle vittime dell’11 Settembre

Sette miliardi di dollari ripartiti fra le famiglie dei caduti e gli aiuti umanitari

Joe Biden (Keystone)
11 febbraio 2022
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Schiaffo di Joe Biden ai talebani. Il tesoro afghano da sette miliardi di dollari depositato alla Fed potrebbe andare in parte alle famiglie delle vittime dell’11 settembre, e in parte essere destinato agli aiuti umanitari per l’Afghanistan. I fondi “raggiungeranno direttamente la popolazione afghana, senza finire nelle mani dei talebani e di altri attori maligni”, ha spiegato la Casa Bianca.

Sul tesoretto si è aperta da mesi una battaglia, con i talebani che reclamano l’autorità sui fondi accumulati presso la Fed di New York dall’ex governo di Kabul. Miliardi congelati da Washington l’estate scorsa, dopo il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan e il ritorno al potere di chi in passato ha protetto e finanziato gruppi terroristici come al Qaida.

Tira e molla

Il ministro degli Esteri dei talebani ha chiesto a più riprese lo sblocco delle risorse, considerate essenziali per evitare una crisi umanitaria dopo la guerra. Una richiesta che ha fatto infuriare le famiglie delle vittime degli attacchi del 2001 alle Torri Gemelle, al Pentagono e di coloro che si trovavano a bordo del volo precipitato in Pennsylvania. Venti anni fa infatti avevano fatto causa ad al Qaida e ai talebani e sono convinte che quei fondi depositati alla Fed siano un loro diritto: la pretesa accampata ora da Kabul, sostengono da quando è finita la guerra in Afghanistan, va quindi respinta.

Una matassa intricata che ha richiesto all’amministrazione Biden mesi per essere sciolta ma ora la Casa Bianca è giunta a una conclusione. Dei sette miliardi, 3,5 potrebbero essere distribuiti fra le famiglie delle vittime. La quota restante andrà a far fronte alle necessità della popolazione afghana, alla quale i fondi devono arrivare direttamente senza passare dai tentacoli talebani.

Parola ai giudici

Sul piano delineato da Biden l’ultima parola spetta alla giustizia americana e ai vari tribunali chiamati in causa con le azioni legali avviate. Potrebbero quindi volerci ancora mesi ma l’aver disegnato una strada precisa da seguire è un sollievo per le famiglie delle vittime e anche per le organizzazioni umanitarie, da mesi in pressing sull’amministrazione americana per lo stanziamento di fondi in grado di evitare che la situazione già critica in Afghanistan possa precipitare ulteriormente a danno di una popolazione che, sotto il regime dei talebani, si è vista già privare quasi di tutto.

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