Estero

Il Cremlino mette Navalny nella lista dei terroristi

La condanna dell’Europa: ‘Inaccettabile repressione delle voci critiche’

Alexei Navalny (Keystone)
25 gennaio 2022
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Non finiscono in Russia i guai per il dissidente Alexei Navalny. Il più noto oppositore del presidente Vladimir Putin è stato inserito nella lista dei “terroristi ed estremisti” redatta dall’ente Rosfinmonitoring, il Servizio federale per il monitoraggio finanziario di Mosca. Un elenco sempre più utilizzato come strumento di repressione del dissenso, di cui fanno parte molti dei più duri critici del Cremlino, dai media alla società civile. Tra questi sono stati inseriti anche altri nove collaboratori di Navalny, tra cui l’avvocata Lyubov Sobol, rifugiata all’estero, secondo quanto ha fatto sapere l’organizzazione di Navalny, il Fondo per la lotta alla corruzione (Fbk), già bandita lo scorso giugno con accuse di “estremismo”.

I precedenti

Solo pochi giorni fa la stessa sorte era toccata ad altri due suoi collaboratori in esilio, Ivan Jdanov e Léonid Volkov, finiti a ingrossare un elenco in cui figurano migliaia di persone e associazioni di vario stampo, dagli ultranazionalisti agli islamisti, compresi l’Isis e i talebani. “È fantastico che queste persone si uniscano alla nostra super squadra di ’terroristi’”, ha commentato sarcastico Jdanov su Twitter.

Immediata è giunta la condanna internazionale dell’ennesima stretta di Mosca sugli oppositori, mentre soffiano sempre più forti i venti di guerra con l’Occidente sul fronte ucraino. “Ci siamo pronunciati un sacco di volte, non possiamo che rafforzare la nostra posizione: non è accettabile la repressione delle voci critiche nella società russa”, ha avvertito il portavoce dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell. Rientrato in patria un anno fa dalla Germania, dove era stato curato per un tentativo di avvelenamento subito in Russia nell’estate del 2020, su cui il Cremlino nega ogni accusa, da allora Navalny sta scontando una condanna a quasi due anni e mezzo di reclusione per una controversa accusa di frode.

Premio Sakharov

Il 45enne militante anticorruzione, sostenuto a livello internazionale nella sua opposizione a Putin e insignito lo scorso anno del premio Sakharov per la libertà di pensiero dal Parlamento europeo, non ha smesso di lanciare le sue denunce neanche dal carcere, invitando i russi a non aver “paura” del regime ancora in un messaggio diffuso il 17 gennaio, anniversario della sua incarcerazione. Intanto l’amministrazione penitenziaria russa ha chiesto l’arresto anche del fratello, Oleg, accusato di aver violato i termini della sua libertà condizionale partecipando a manifestazioni proprio per la liberazione di Navalny.

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