Estero

Il Covid corre in Italia, 1000 in rianimazione

Picco di contagi nella Penisola, dove si guarda con particolare preoccupazione a Omicron. “Terza dose imprescindibile”

Draghi
(Keystone)
21 dicembre 2021
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Corre di nuovo l’epidemia di Covid-19 e si guarda con attenzione alla diffusione della variante Omicron: per la direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), Emer Cooke, “la situazione epidemiologica rimane estremamente preoccupante in Europa e la variante Omicron è diventata la variante predominate in un numero crescente di Paesi”, fra i quali gli Stati Uniti. Questi ultimi e Israele hanno segnalato anche i primi decessi avvenuti in persone non vaccinate che avevano contratto l’infezione con la variante.

Corre anche in Italia l’epidemia di Covid-19, con più di 30mila casi, oltre mille ricoverati nelle terapie intensive come non si vedevano da fine maggio, e 153 morti: diventa tangibile la preoccupazione per l’impennata di tutte le curve.

Il sospetto che a spingere in alto i numeri dell’epidemia sia la variante Omicron è diffuso, ma non ci sono ancora dati sufficienti a confermare l’ipotesi, considerando che in Italia il numero dei sequenziamenti del virus è ancora molto basso. La banca dati internazionale Gisaid, punto di riferimento per comprendere la diffusione del virus SarsCoV2 e delle sue varianti, indica che delle 3’199 sequenze finora depositate dall’Italia, 61 sono della Omicron, pari all’1,9%.

I dati del ministero della Salute italiano indicano che in 24 ore i casi positivi al virus SarsCoV2 sono stati 30mila 798, ossia oltre 14mila 500 in più in un giorno: un’impennata che risente anche del fatto che i 16mila 213 rilevati 24 ore prima si riferivano alla domenica, giorno in cui l’attività di test si dirada molto. I nuovi casi sono stati infatti rilevati con 851.865 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 337mila 222 di 24 ore prima. Di conseguenza il tasso di positività è sceso dal 4,8% al 3,6%, considerando il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari. È del 9,7% facendo invece il rapporto fra i casi e i soli test molecolari, secondo i calcoli del sito CovidTrends.

Per quanto riguarda i ricoveri, quelli nelle terapie intensive sono stati 1’012, ossia 25 in più in un giorno nel saldo tra entrate e uscite, gli ingressi giornalieri sono stati 96: non si registrava un numero simile di ricoverati dal 31 maggio scorso, quando il numero totale dei ricoverati era 1’033. È aumentato anche il numero dei ricoverati nei reparti ordinari, che in un giorno sono saliti di 280 unità, portando il totale a 8’381. Sempre in 24 ore i decessi sono aumentati da 137 a 153.

Per quanto riguarda le regioni, i dati del ministero della Salute indicano che l’incremento giornaliero maggiore c’è stato in Lombardia, con 8’292 nuovi casi; seguono Veneto (4’716), Piemonte (3’218), Campania (2’297), Lazio (2’285), Emilia Romagna (2’179), Sicilia (1’423) e Toscana (1’316).

A sostenere la crescita dell’epidemia è l’indice di contagio Rt, sempre superiore a 1, e l’andamento è ormai tornato a essere esponenziale con un tempo di raddoppio di circa 20 giorni, come indicano sia il sito CovidTrends, sia il CovidStat, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Aumentano intanto anche i casi di Omicron individuati in Italia, con una conferma e due sospetti in Sardegna e nove identificati a Cremona; nel Lazio il Servizio regionale sorveglianza e controllo delle malattie infettive (Seresmi) che fa capo all’Istituto Spallanzani ha segnalato un caso autoctono, nel quale cioè non emergono contatti con persone provenienti da altri Paesi.

Gli esperti spingono intanto su due fronti: da un lato il sequenziamento e dall’altro i vaccini. E’ urgente investire nel sequenziamento genetico del virus SarsCoV2 per conoscere l’esatta diffusione della variante Omicron in Italia, rileva il genetista Massimo Zollo, dell’Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate: “È meglio investire adesso in questo, che vedere gli ospedali riempirsi ed ora è il momento per farlo”.

Per il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, “c’è la necessità di spingere sulla terza dose perché la seconda ormai non è sufficiente per proteggerci. La terza ci proteggerà quasi sicuramente oltre il 70%. Adesso serve per proteggere dalla variante Omicron”.

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