Estero

‘Esecuzioni sommarie’, l’Occidente condanna i talebani

A quasi 4 mesi dalla presa di Kabul, le vendette dei talebani che avevano promesso l’amnistia per i nemici finiscono nel mirino degli Stati Uniti

Le Ong hanno individuato oltre 100 vittime
(Keystone)

“Esecuzioni sommarie” e “sparizioni forzate” di decine di ex agenti e soldati fedeli al governo filo-Usa spodestato in Afghanistan. A quasi 4 mesi dalla presa di Kabul, le vendette dei talebani che avevano promesso l’amnistia per i nemici finiscono nel mirino degli Stati Uniti e dei loro alleati occidentali, che si dicono “profondamente preoccupati”.

Una denuncia contenuta nei giorni scorsi in un rapporto di Human Rights Watch (Hrw), che ha raccolto “informazioni credibili” su oltre 100 vittime in 4 province del Paese. Accuse che i sedicenti studenti coranici respingono come “infondate”. Secondo il portavoce del loro ministro dell’Interno, Qari Sayed Khosti, la morte di alcuni ex militari è da imputare “a rivalità personali e non a una pratica sistematica delle forze dei mullah”. “Se ci sono prove, le mostrino”, ha replicato il portavoce talebano.

“Siamo profondamente preoccupati per le notizie di esecuzioni sommarie e sparizioni forzate di ex membri delle forze di sicurezza afghane, come documentato da Human Rights Watch e altri”, afferma un comunicato del Dipartimento di Stato americano firmato da una ventina di Paesi e istituzioni, tra cui Ue, Regno Unito e Giappone. “Sottolineiamo che le presunte azioni costituiscono gravi violazioni dei diritti umani e contravvengono all’amnistia annunciata dai talebani”, aggiunge la nota, invitando la nuova leadership di Kabul a garantire che questa amnistia venga effettivamente applicata e “mantenuta in tutto il Paese e in tutti i suoi ranghi”.

Secondo Hrw, i mullah avrebbero al contrario trasformato in liste di proscrizione gli elenchi di ex governativi che si erano autodenunciati per ottenere il salvacondotto promesso. Per Washington e i suoi alleati, ora “i casi segnalati devono essere indagati tempestivamente e in modo trasparente, i responsabili devono essere chiamati a risponderne e questi passaggi devono essere chiaramente annunciati per fungere da deterrente immediato per ulteriori omicidi e sparizioni”.

Nei giorni scorsi, l’Ong aveva individuato oltre 100 vittime nelle sole province di Ghazni, Helmand, Kandahar e Kunduz in un rapporto di 25 pagine, dal titolo ‘No Forgiveness for People Like You’ (‘Nessun perdono per quelli come voi’): testimonianze che documentano l’uccisione o la sparizione di almeno 47 ex membri delle forze di sicurezza di Kabul, che si erano arresi o erano stati catturati tra il 15 agosto e il 31 ottobre, e raccoglie “informazioni credibili” su oltre 100 vittime.

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