Estero

Zelensky agita lo spettro del golpe e accusa la Russia

Torna a salire la tensione fra Ucraina e Russia. Kiev: ‘Pronti all’escalation’. Il Cremlino: ‘Non c’entriamo’

Zelensky
(Keystone)
26 novembre 2021
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Mosca – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – nel giorno della sua conferenza stampa di fine anno, una maratona che non ha avuto nulla da invidiare a quelle di Vladimir Putin – ha agitato lo spettro di un “golpe”, pianificato da non meglio precisati “soggetti ucraini” in combutta con i russi, pronto a scattare a breve, “l’1 o il 2 dicembre”. Quasi un fulmine a ciel sereno. Un’accusa pesante, condita però da molti forse e non poche ambiguità.

L’uscita di certo non ridurrà le tensioni con Mosca, dopo settimane di recriminazioni su chi, davvero, sta tirando la corda nel conteso Donbass. “Non c’entriamo nulla con questo presunto colpo di stato”, ha tagliato corto il Cremlino. Zelensky, d’altra parte, non se la passa bene, in termini di gradimento. E a tratti è apparso molto nervoso, incolpando in più passaggi i media di voler seminare troppo “allarmismo”, sia sul dossier russo che su altri fronti.

La strada del dialogo non è chiusa

“Siamo in guerra contro gli oligarchi e i primi risultati ci sono, anche se non si vedono e non vengono messi in risalto dai giornali”, ha tuonato. Sull’altra guerra, ben più rilevante dal punto di vista internazionale, ovvero lo scontro con la Russia, Zelensky ha giocato la carta del leader forte, che ha tutto sotto controllo. Il rischio di un conflitto con Mosca c’è ma l’Ucraina, ha assicurato, è “pronta” a ogni evenienza e ora ha un esercito “potente”.

La strada del dialogo non è a ogni modo chiusa del tutto e l’ex comico ha rivelato come, proprio nel corso delle telefonate di ieri con Charles Michel e Angela Merkel, l’Europa abbia esortato Kiev a “parlare” con la Russia, a cercare l’intesa. “Lo faremo, ho chiesto al responsabile del mio ufficio di chiamare il Cremlino, ci sarà una telefonata nei prossimi giorni”, ha dichiarato.

Ragionamento zoppicante

Se Mosca acconsentirà, è tutto da vedere. Il processo di pace è in panne, il formato Normandia (che riunisce Francia, Germania, Russia e Ucraina) ormai spiaggiato. “Sappiamo che gli accordi di Minsk sono ormai obsoleti”, ha confidato all’ANSA una fonte del Cremlino. “Ma per noi l’architrave del negoziato passa dai contatti diretti tra Kiev e le repubbliche di Donetsk e Lugansk: se questo non avviene, è inutile cercare nuove piattaforme”. E siccome per l’Ucraina la posizione è irricevibile, il dialogo langue (eufemismo) e le posizioni lungo la linea del fronte nel Donbass si irrigidiscono. Con le accuse incrociate di rafforzamento degli effettivi militari nonché della retorica belligerante.

In questo quadro il presunto golpe non aiuta. Zelensky, infatti, dice di avere ricevuto non solo informazioni d’intelligence, ma pure degli audio che confermerebbero dei contatti tra i congiurati per far scattare il colpo di stato. Nella rete ci sarebbe pure il miliardario Rinat Akhmetov. Qui il ragionamento di Zelensky si fa però zoppicante, il suo coinvolgimento sarebbe “una montatura”.

“Secondo me è stato incastrato. Credo che sia un’operazione volta ad attirarlo in una guerra contro lo Stato ucraino, che sarebbe un grande errore, poiché non si può combattere il proprio popolo e il presidente eletto dal popolo dell’Ucraina”, ha spiegato il presidente. Akhmetov allora sarà sentito per fornire delle “spiegazioni”. Insomma, siamo al golpe a sua insaputa.

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