Estero

Germania, il cerchio si stringe attorno ai non vaccinati

Le autorità tedesche annunciano 50mila nuovi casi. Si va verso l’obbligo di green pass al lavoro, come in Italia. Lockdown duro nell’Alta Austria.

Francoforte, in attesa di candidati alla vaccinazione
(Keystone)
11 novembre 2021
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Berlino – Un altro bollettino inquietante allarma la Germania: in 24 ore i nuovi casi di contagio da Covid registrati dal Robert Koch Institut sono stati 50’196. Oltre 10 mila in più rispetto alla giornata precedente, quando pure si era segnato un record, sfiorando i 40 mila. Le vittime sono state invece 255. Una situazione che l’istituto tedesco valuta a questo punto come “molto preoccupante“, esortando a "disdire o evitare le grandi manifestazioni”, oltre che a "ridurre tutti i contatti non necessari”. Le cose non vanno meglio in Austria. Lunedì prossimo scatta nel Land Alta Austria un vero e proprio lockdown per i non vaccinati. A causa della diffusione esponenziale del virus, con un’incidenza che oggi è a 1.193, chi non è immunizzato potrà lasciare la propria casa solo per motivi stringenti.

Ancora una volta, in Germania la politica e i media non discutono d’altro, e sul dibattito incombono le stime del virologo dello Charité Christian Drosten, il quale ha paventato il rischio di altri 100 mila morti se non si agirà immediatamente.

A prendere la parola al Bundestag, in un clima di crescente incertezza, è stato il quasi cancelliere Olaf Scholz: “Dobbiamo mettere la Germania in sicurezza per l’inverno”, ha affermato il vincitore delle elezioni. La conferenza Stato-regioni, sollecitata da Angela Merkel, si terrà però soltanto la settimana prossima, giovedì: sette lunghi giorni nei quali la curva del virus rischia di impennarsi ancora, mettendo a rischio anche il Natale alle porte.

2G in tutto il Paese?

Tono grave e risoluto, in Parlamento Scholz non si è lasciato interrompere, ha rifiutato una domanda dell’ultradestra e ha annunciato che in Germania come in Italia si farà ricorso al Green pass sul posto di lavoro (che nella Repubblica federale si chiama 3G), auspicando fra l’altro l’estensione del ricorso al regime più duro. Quello che di G ne ha due, e che prevede l’accesso a ristoranti, bar, cinema ed eventi culturali solo agli immunizzati (vaccinati e guariti), escludendo così la possibilità di far valere un test.

Il modello è già seguito in Sassonia, da lunedì scorso, annunciato a Berlino, dal prossimo, e in vigore in Baviera, dove per entrare in discoteca si richiede addirittura il ‘2 plus’, con l’aggiunta di un test rapido negativo. Si rilanceranno anche i test gratuiti - uno alla settimana - mentre quelli fai da te che si vendono in giro vanno letteralmente a ruba.

Situazione critica negli ospedali

Gli occhi restano puntati ovviamente sul sistema sanitario, e la situazione cambia molto da regione a regione: l’indice di ospedalizzazione è 4,6 pazienti su 100 mila abitanti in 7 giorni, ma in alcuni Laender è salito a 7, in altri a 13, provocando lo stop delle operazioni ordinarie e la pianificazione di trasferimenti interregionali dei pazienti.

Proprio il Land di Monaco è alle prese con l’esplosione dei numeri e l’emergenza degli ospedali. Fra i più allarmati c’è dunque il bavarese della Csu Markus Soeder, che dopo aver parlato con i medici della regione ha spiegato: “Abbiamo una crescita esponenziale. Gli ospedali sono pieni, al limite massimo e c’è un sovraccarico anche emotivo in corsia". I non vaccinati devono esser tenuti fuori dai locali pubblici "ovunque questo sia possibile”.

Anche lui vorrebbe l’obbligo vaccinale per sanitari e insegnanti, tema che incontra crescente consenso fra i tedeschi. Sui vaccini - fermi a quota 67,3% in Germania - è tornato a insistere anche Scholz al Bundestag: “Dobbiamo lanciare una grande campagna nazionale", ha annunciato, e spingere sulla terza dose. "Lasciatevi vaccinare - il suo appello - è importante per voi e per il Paese”.

Il ritorno del confinamento

Basso il tasso di vaccinazione anche in alcuni Länder austriaci. Come quello dell’Alta Austria, considerata terra no-vax con una bassissima percentuale di immunizzati: appena il 63% ha ricevuto una dose e il 55,4% la seconda. Solo il 5,3% ha la terza dose. L’impennata dei contagi ha fatto dire al governatore Thomas Stelzer che “la situazione è drammatica”. Per questo motivo verrà attivata da lunedì la fase 5, sempre che arrivi l’ok del governo centrale. Non si esclude lo stesso provvedimento per il Land Salisburgo.

In pratica, chi non è immunizzato potrà lasciare la propria casa solo per motivi stringenti. Tre le attività che rendono possibile la deroga (lavoro, spesa e attività motorie), proprio come durante i lockdown generali degli scorsi due inverni.

A settembre il neo fondato partito no-vax ‘Menschen - Freiheit - Grundrechte’ (Mfg, in italiano ‘uomini - libertà - diritti fondamentali’), nato appena un anno fa da una chat no-vax, ha raggiunto il 6,2% dei consensi alle elezioni per l’assemblea del Land ed ora è presente nel Landtag con tre consiglieri. Il partito di protesta è anche entrato con due rappresentanti nel consiglio comunale della città capoluogo Linz.

Ci pensa anche l’Olanda

Con la curva dei contagi in risalita da giorni, anche in Olanda si torna a parlare di lockdown. Il Comitato scientifico nazionale, secondo quanto riportato dai media locali, ha raccomandato al governo “misure della tipologia del lockdown per un periodo di due settimane”.

Il governo olandese deciderà nelle prossime ore e il premier Mark Rutte terrà una conferenza stampa venerdì pomeriggio. Le raccomandazioni degli esperti non riguarderebbero la chiusura delle scuole, ma potrebbero portare alla cancellazione di eventi e alla chiusura di cinema e teatri, nonché a modifiche negli orari di apertura per bar e ristoranti.

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