Estero

Glasgow, carbonio e stop ad auto a benzina sul tavolo Cop26

Il simposio entra nella sua seconda settimana di lavori, dopo gli accordi della prima su deforestazioni, emissioni di metano, finanza verde

Il simposio entra domani nella seconda settimana dei lavori
(Keystone)
7 novembre 2021
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Da domani la Cop26 di Glasgow entra nella sua seconda settimana, l’ultima (chiuderà venerdì 12). La prima settimana ha portato a casa accordi su deforestazione, emissioni di metano, finanza verde, stop ai fondi al carbone, agricoltura sostenibile, oltre a impegni maggiori dei singoli stati per decarbonizzare (gli Ndc, Nationally Determined Contributions).

Obiettivi più tecnici

La seconda settimana ha obiettivi più tecnici, ma altrettanto importanti, e molto più spinosi: trasparenza nel comunicare i risultati della decarbonizzazione, prezzo globale del carbonio, Paris Rulebook (le regole per applicare l’Accordo di Parigi) e fine della produzione di auto a motore termico.

Sabato sera il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, ha convocato una riunione degli sherpa dei vari paesi per fare un bilancio della prima settimana e organizzare il lavoro della seconda, per arrivare al 12 con accordi concreti.

La presidenza britannica vuole chiudere con un successo, ed evitare accordi al ribasso che facciano dire che la conferenza è stata un fallimento. Il premier Boris Johnson ha commentato che paesi del mondo devono essere pronti “a fare i compromessi coraggiosi e a prendere gli impegni ambiziosi che sono necessari”.

Alla Cop26 si devono stabilire i modi comuni in cui i paesi comunicano i passi avanti fatti sulla decarbonizzazione. È il tema della trasparenza: occorre uniformare le modalità di comunicazione, per evitare che gli stati finiscano per dire cose diverse e non chiare.

Altro dossier scottante è quello del prezzo globale del carbonio. La conferenza vuole arrivare a un mercato mondiale delle emissioni di carbonio, come l’Ets dell’Unione europea: chi emette gas serra deve pagare gli stati per farlo, e in questo modo rimborsa i danni ambientali.

Il cosiddetto Paris Rulebook è l’insieme delle regole per applicare l’Accordo di Parigi, cioè le norme uguali per tutti su come si possono raggiungere i target. Buona parte di queste sono state definite alla Cop24 del 2018 a Katowice in Polonia, ma restano ancora da concordare i regolamenti attuativi.

Ultimo tema spinoso sul tappeto è lo stop mondiale alla produzione di auto e piccoli furgoni a motore termico. Le date possibili sono il 2035 o il 2040.

La Banca Mondiale intanto ha annunciato a Glasgow che si impegna a spendere 25 miliardi di dollari all’anno in finanza per il clima fino al 2025, attraverso il suo Climate Action Plan. Il piano comprende un programma sull’agricoltura e il settore alimentare. All’inizio della conferenza il premier italiano Mario Draghi, ex direttore esecutivo della banca, l’aveva bacchettata perché faceva poco sul clima.

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