Estero

In Italia si pensa di estendere il Green Pass fino a giugno

A novembre una decisione in vista della scadenza dei precedenti decreti. Lo stato di emergenza dovrebbe essere prorogato fino a marzo

(Keystone)
2 novembre 2021
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Con la tendenza dei contagi che torna a crescere, seppur lentamente, in Italia si iniziano a fare le prime valutazioni circa le misure anti-Covid, anche in vista della scadenza al 31 dicembre dei precedenti decreti che regolano sia il green pass sia lo stato di emergenza, che permette al Governo di legiferare tranne gli ormai “celebri” Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) o, come invece ha preferito oerare il governo Draghi, attraverso decreti legge soggetti poi alla conversione in legge da parte del Parlamento.

Secondo il Corriere della Sera, il governo starebbe pensando a rendere obbligatorio il green pass ancora fino a fine giugno e prolungare lo stato di emergenza fino a fine marzo, con una decisione che dovrebbe essere presa nel mese di novembre e che sarà inquadrata in un nuovo decreto. Secondo il ministro della Salute speranza il prolungamento dell’obbligo del green pass per i luoghi di lavoro e tutti i luoghi di ritrovo pubblici, dai locali agli eventi, «ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università».

Quanto allo stato di emergenza, il cui relativo decreto scadrà, come detto, il 31 dicembre, la legge prevede che esso possa durare 12 mesi prorogabili per altri 12: essendo stato decretato, come ricorda il Corsera, per la prima volta il 31 gennaio del 2020, non potrà essere ulteriormente rinnovato alla data del 31 gennaio 2022. Si pensa di inserire la norma di estensione come emendamento all’interno di un altro decreto, come già avvenuto per la proroga che era inserita nel medesimo decreto che ha reso obbligatorio il green pass, anche se probabilmente si fisseranno scadenze diverse.

Con il prolungamento dell’obbligo di green pass il governo punta a raggiungere l’immunità di gregge superando le ultime sacche di resistenza alla vaccinazione. Il Corsera ricorda che l’Inps (l’ente previdenziale italiano) ha aumentato i controlli per evitare che i lavoratori restii sia alla vaccinazione sia a sottoporsi ai test Covid ricorrano a certificati di malattia di comodo per sottrarsi all’obbligo previsto sui luoghi di lavoro dal 15 ottobre.

La scadenza dei decreti imporrà anche di rivedere tutte le altre misure anti Covid in vigore, a partire dall’obbligo di mascherine al chiuso e il distanziamento in alcuni luoghi, provvedimenti la cui conferma appare scontata. Possibili invece allentamenti per altre attività, i cui protocolli di sicurezza potrebbero essere modificati in base all’andamento della curva epidemiologica e al progredire della campagna di vaccinazione, così come una revisione del periodo di quarantena per i vaccinati.

Nessuna variazione in vista per il sistema dei “colori” delle Regioni italiane che impongono restrizioni diverse a seconda dell’incidenza dei contagi e del tasso di occupazione ospedaliera in area medica e in terapia intenstiva. Tale meccanismo, sul quale c’è l’accordo con i governatori di regione, è ritenuto indispensabile soprattutto in vista delle festività natalizie e della stagione invernale, con il relativo aumento degli incontri al chiuso. Finora il sistema ha dimostrato di funzionare, osserva il Corsera, considerato che l’Italia è tutta in zona “bianca” (la fascia che non prevede restrizioni, ad esempio, sulla mobilità o la chiusura dei locali pubblici) con tutte le attività aperte e senza il coprifuoco già eliminato.
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