Estero

G20: più vaccini ai paesi poveri

Il documento presentato dal Gruppo dei 20 punta anche a un tasso d’immunizzazione del 70% entro la metà del 2022

(Keystone)
31 ottobre 2021
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«Per contribuire ad avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, prenderemo iniziative per contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini e prodotti e strumenti medici essenziali nei paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento». Lo si legge nel documento finale del G20.

Il comunicato finale prevede poi che i leader delle 20 maggiori economie del mondo si impegneranno a sostenere gli sforzi per ridurre a 100 giorni il periodo necessario per sviluppare nuovi vaccini, farmaci e test in caso di nuove pandemie. «Sosterremo la scienza per abbreviare il ciclo per lo sviluppo di vaccini, terapie e diagnostica sicuri ed efficaci da 300 a 100 giorni».

I leader del G20 riuniti a Roma si sono pure impegnati a riavviare i viaggi internazionali «in modo sicuro e ordinato»: «a tal fine - si legge nella bozza della dichiarazione finale - prendendo in considerazione le politiche nazionali di salute pubblica, riconosciamo l’importanza di standard condivisi per garantire viaggi senza interruzioni, compresi i requisiti e i risultati dei test, i certificati di vaccinazione, l’interoperabilità e il riconoscimento reciproco delle applicazioni digitali, pur continuando a proteggere la salute pubblica e garantendo la privacy e protezione dei dati».

Migranti, donne e Wto

E ancora, nel documento si afferma che «l’impatto della pandemia ci ha messo di fronte a nuove sfide per quanto riguarda le migrazioni nelle nostre economie globalizzate. Ci impegniamo ad adottare misure per sostenere la piena inclusione dei migranti, compresi i lavoratori, e dei rifugiati, nello spirito della cooperazione internazionale e in linea con le politiche, la legislazione e le circostanze nazionali, garantendo il pieno rispetto dei loro diritti e libertà fondamentali indipendentemente dal loro status migratorio».

«Riconosciamo inoltre l’importanza di prevenire i flussi migratori irregolari e il traffico di migranti, come parte di un approccio globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, rispondendo al contempo ai bisogni umanitari e alle cause profonde dello sfollamento».

Per quanto riguarda le donne, «riaffermiamo il nostro impegno per l’uguaglianza di genere e sottolineiamo il ruolo fondamentale dell’emancipazione e della leadership di donne e ragazze a tutti i livelli per uno sviluppo inclusivo e sostenibile».

«Ci impegniamo a mettere le donne e le ragazze, che sono state colpite in modo sproporzionato dalla pandemia, al centro dei nostri sforzi per andare avanti meglio», si legge ancora nella dichiarazione finale. «Ci impegniamo ad attuare la roadmap del G20 verso e oltre l’obiettivo di Brisbane e a migliorare rapidamente la qualità e la quantità dell’occupazione femminile, con particolare attenzione a mettere fine alla al gap salariale di genere».

Infine, «restiamo impegnati a lavorare attivamente e in modo costruttivo con tutti i membri della Wto per intraprendere la necessaria riforma dell’Organizzazione» mondiale del commercio, dichiarano ancora i leader del G20 nel comunicato finale del vertice, ribadendo l’impegno per un successo in tal senso della Conferenza ministeriale della Wto di fine novembre.

I 20 lavoreranno, in quell’occasione, «per migliorare la capacità del sistema commerciale multilaterale di aumentare la nostra preparazione e resilienza alla pandemia e alle catastrofi” e per “migliorare l’accesso tempestivo, equo e globale ai vaccini».

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