Estero

Iran, cyberattacco a distributori: ‘Dov’è il nostro petrolio?’

Colpito il sistema che regola i benzinai sovvenzionati dallo Stato. Ammesso in ritardo dalla tv di Stato il coinvolgimento degli hacker

A secco
(Keystone)
26 ottobre 2021
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Devastante cyberattacco in Iran a ridosso dell’anniversario delle proteste esplose con l’aumento dei prezzi della benzina nel 2019. Colpito il sistema che regola i distributori di carburante sovvenzionati dallo Stato in tutto il paese che da questa mattina hanno smesso di funzionare e nella maggior parte dei casi ancora non hanno ripreso regolarmente il servizio.

Lunghe file alle stazioni si sono viste nella capitale Teheran mentre l’attacco ha colpito anche in parte la rete di distribuzione senza sovvenzioni statali.

Per ore le autorità hanno minimizzato parlando di problemi tecnici che si sarebbero presto risolti ma nello stesso momento iniziavano a comparire scritte di protesta sui tabelloni pubblicitari di alcune città a provare che l’azione era coordinata.

La frase “Khamenei, dov’è il nostro petrolio?” si è vista sugli schermi luminosi sopra le autostrade mentre in alcune stazioni a chi inseriva la carta governativa per fare benzina è comparso sul display il numero telefonico dell’ufficio della massima autorità della Repubblica islamica.

“L’interruzione è stata causata da un cyberattacco”, ha ammesso solo nel primo pomeriggio la tv di Stato Irib mentre la compagnia nazionale per la distribuzione di carburante ha fatto sapere in serata che la metà delle stazioni hanno ripreso a funzionare anche se solo pochissime tra quelle sovvenzionate dallo Stato, le più utilizzate in Iran, hanno per ora ripreso il servizio.

Mentre dalle autorità non è ancora stato indicato chiaramente un responsabile del sabotaggio di oggi, la tv statale ha fatto sapere che è in corso un’inchiesta per comprendere le cause dell’attacco.

L’agenzia vicina ai pasdaran Fars ha fatto implicito riferimento a oppositori interni evidenziando che mancano poche settimane all’anniversario delle rivolte per il caro-benzina del novembre 2019 dove morirono centinaia di persone in duri scontri con le forze dell’ordine.

Solo ieri, il ministro dell’interno iraniano Ahmed Vahidi aveva assicurato pubblicamente che non c’era alcun piano per alzare i prezzi del carburante invitando la popolazione a non preoccuparsi.

Da quando il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi è stato eletto si erano già verificati scontri di piazza durante l’estate per le proteste contro la carenza di acqua nella provincia meridionale del Khuzestan.

Spesso l’Iran è stato colpito da attacchi cibernetici le cui responsabilità secondo Teheran riguardano gli Usa o il nemico di sempre Israele. Anche in luglio un cyberattacco aveva colpito il sito del ministero dei trasporti iraniano.

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