Estero

Smantellata rete di spaccio in Sicilia: bambini usati come pusher

La banda operava nel quartiere San Cristoforo di Catania. Nei video dei carabinieri, minori che incassano il denaro e una madre che spaccia con i figli piccoli

(Immagini: Carabinieri Catania)
20 settembre 2021
|

Un bambino che prende i soldi, poi guarda con attenzione la banconota da 20 euro ricevuta, e quindi indica al ‘cliente’ col dito il luogo, per terra, dove è nascosta la dose che ha comprato. È una scena che si ripete nella zona di ‘San Cocimo’, roccaforte dell’omonimo clan mafioso capeggiato da Maurizio Zuccaro nello storico rione San Cristoforo di Catania. A riprenderla sono le telecamere nascoste dei carabinieri del comando provinciale e della compagnia Fontanarossa che per un anno, coordinati dalla Dda etnea, hanno indagato su un ‘Quadrilatero’ del rione sgominando tre gruppi che gestivano un fiorente traffico in tre ‘piazze’ di spaccio. Nei video si vede anche una donna spacciare alla presenza dei suoi due figli: uno che ha meno di 10 anni e le sta accanto, mentre l’altro è così piccolo che è in una carrozzina. Le immagini mostrano anche pusher che, su uno scooter, consegnano la droga direttamente su strada al cliente che aspetta in un’auto posteggiata ai margini di una strada. Ma anche uno spacciatore ritirare l’incasso e contare i soldi. Una donna pusher che cede una dose e recupera la cocaina da un tombino utilizzato come nascondino e anche un debitore, in ritardo con i pagamenti, picchiato e inseguito per strada.

Nei confronti di 15 degli indagati, fra i quali c’è anche Concetta Zuccaro, 67 anni, sorella del boss ergastolano Maurizio, i carabinieri del comando provinciale di Catania, supportati da colleghi dalla compagnia di Intervento operativo del XII Reggimento Sicilia e dei nuclei elicotteri e cinofili, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Dda, che ipotizza, a vario titolo, i reati di tentata estorsione, estorsione in concorso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. Tre persone sono state poste ai domiciliari, sei si trovavano già in carcere. Trovato anche un libro contabile (la ‘carta delle piazze di spaccio’) dove venivano annotati i proventi dell’attività illecita e il quantitativo di droga venduto quotidianamente. Scoperte anche due tentate estorsioni, a una farmacia e a una concessionaria di autovetture, e una riuscita, col metodo del ‘cavallo di ritorno’ per restituire al proprietario un’auto rubata.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE