diplomazia

L’alleanza nel Pacifico fa infuriare Francia e Cina

L’accordo tra Usa, Rego Unito e Australia per la sicurezza con forniture per sottomarini nucleari crea malumori a Oriente e Occidente

L'inaugurazione di un sottomarino americano (Keystone)
16 settembre 2021
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Usa, Gran Bretagna e Australia lanciano a sorpresa un patto di sicurezza nell’area Indo-Pacifica, una sorta di Nato del Pacifico che si chiamerà Aukus (acronimo dei tre Paesi) e che prevede la vendita di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra, una tecnologia che Washington aveva condiviso finora solo con Londra. Suggellata da una videoconferenza congiunta di Joe Biden, del premier Boris Johnson e del primo ministro australiano Scott Morrison, la mossa ha fatto ovviamente infuriare la Cina, dato che l’alleanza mira proprio a contrastare la minaccia del Dragone nella regione, pur non nominandolo mai. Ma irrita anche Parigi, che perde un contratto astronomico per la fornitura di sommergibili all’Australia, e gli alleati Ue, che dicono di non essere stati informati di nulla.

L’ira di Pechino

Per Pechino si tratta di un‘iniziativa “estremamente irresponsabile“, che "mina gravemente la pace e la stabilità regionali, intensifica la corsa agli armamenti e compromette gli sforzi internazionali di non proliferazione nucleare”, ha denunciato il portavoce della diplomazia cinese Zhao Lijian, ammonendo che il rischio di questo "obsoleto pensiero a somma zero della Guerra Fredda alla fine è quello di spararsi ai piedi”. Intanto la Cina ha fatto subito una contromossa, presentando ufficialmente la domanda di adesione al ’Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership Agreement’, l’accordo di libero scambio di 11 Paesi dell’area Asia-Pacifico, evoluzione del Tpp (Trans-Pacific Partnership) voluto dall’ex presidente americano Barack Obama proprio per contenere Pechino ma dai cui gli Usa si erano poi ritirati con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2017. Un modo per il Dragone di allargare la propria influenza sfruttando un’intesa architettata dagli stessi americani.

Parigi si sente tradita

“Deplorevole“, “pugnalata alla schiena”, "atteggiamento inaccettabile”: la Francia è caduta dalle nuvole, l’accordo di Naval Group per 12 sottomarini a 56 miliardi di euro con l’Australia è sfumato dopo l’annuncio dell’accordo trilaterale per la sicurezza nel Pacifico tra Usa, Regno Unito e Australia, e a Parigi nessuno ne sapeva niente. Per Le Monde è “crisi diplomatica” tra Parigi e Washington mentre il governo non si arrende: "non finisce qui”, tuonano al Quai d’Orsay.

È proprio Jean-Yves Le Drian, che da ministro della Difesa aveva concluso “il contratto del secolo” nel 2016, uno dei più infuriati. A un giornalista che, usando un gergo poco diplomatico gli si è rivolto chiedendo se la Francia si sia “fatta fregare“, il capo del Quai d’Orsay ha risposto: "Penso che lei analizzi più o meno bene la situazione, ma è una cosa che fra alleati non si fa. La nostra posizione è quella di una grande fermezza, di una totale incomprensione e di una richiesta di spiegazioni”. Soltanto un paio di settimane fa Le Drian e la collega della Difesa, Florence Parly, avevano avuto un’ultima riunione in videoconferenza con gli omologhi australiani, al termine della quale avevano reso omaggio "all’elevatissimo livello di cooperazione strategica ed operativa tra la Francia e l’Australia”.

Il governo, secondo quanto si dice a Parigi, è caduto dalle nuvole ieri, leggendo i giornali. Per questo Le Drian chiede “spiegazioni“ all’Australia: "Non finisce qui, ci sono dei contratti, gli australiani ci dicano come pensano di uscirne”. Sul piano industriale, certamente, sono in gioco centinaia di posti di lavoro attuali e futuri, anche se la Parly ha già dichiarato che la Francia "studierà ogni strada per fare in modo che il gruppo coinvolto, Naval Group, non subisca un danno economico”. Naval Group, da parte sua, ha espresso “grande delusione” in un documento, ed ha già dato il via a uno studio sulle conseguenze possibili per l’Australia dopo il dietrofront.

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