Estero

Usa, la furia di Ida lascia dietro sé almeno cinquanta vittime

Solo a New York, tredici persone annegate in auto o nel seminterrato. Il presidente Joe Biden vola a New Orleans, anche pesantemente colpita dalla calamità

New Orleans, principale città dello Stato della Louisiana (foto Keystone)
3 settembre 2021
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Joe Biden vola a New Orleans e ad accoglierlo c'è la rabbia e la disperazione della gente che ha perso tutto. Una popolazione esasperata che dopo 10 giorni dal passaggio dell'uragano Ida è ancora senza corrente elettrica, senza acqua e in molti casi senza un pasto caldo, in Louisiana come in Mississippi.

Un bilancio che cambia di ora in ora

Mentre molto più a nord, sulla popolosa costa nordorientale delle grandi metropoli, la scia di morte lasciata dalla coda della tempesta si allunga di ora in ora. Sono almeno 50 le vittime finora contate in 8 Stati Usa, di cui 13 nella città di New York: tutte persone annegate, in auto o in quei seminterrati abitati da decine di migliaia di persone e famiglie che non possono permettersi un'abitazione vera, vittime di un mercato degli affitti stellare, il più caro d'America.

E il bilancio dei morti sembra destinato a salire ancora, non solo nello Stato di New York ma anche in New Jersey, in Pennsylvania, in Connecticut. Sono le aree più colpite dalle violente piogge che hanno colto di sorpresa le autorità nonostante l'allarme dei meteorologi, provocando inondazioni e allagamenti e seminando distruzione. Tra le vittime anche bambini, mentre chi non è stato sopraffatto dall'acqua è rimasto ucciso nei tanti incidenti stradali o dalla caduta degli alberi.

Biden: ‘Crisi climatica, è ora che bisogna agire’

“Tempeste e incendi sempre più violenti sono il chiaro segnale che la crisi climatica è ora, e che è ora che bisogna agire”, il monito di Biden, che torna a definire i cambiamenti climatici “la più grande sfida dei nostri tempi”. Una sfida che però non può essere che affrontata insieme dalla comunità internazionale se si vuole sperare di vincerla.

La governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul e il sindaco della Grande Mela Bill de Blasio, nel dichiarare lo stato di emergenza hanno ammesso di essere stati colti completamente di sorpresa dalla violenza delle piogge: “È come se sopra New York si fossero aperte le cascate del Niagara”, ha affermato Hochul, alla sua prima vera grana da governatrice.

Sullo sfondo già le prime critiche per quella che potrebbe essere stata una sottovalutazione della situazione. Ma per le polemiche ci sarà tempo. Per ora si continuano a soccorrere le persone rimaste ancora intrappolate dall'alluvione e si contano i danni della devastazione. In tutto il nordest i treni camminano ancora a regime ridotto, mentre a New York la rete della metropolitana è in parte ancora fuori uso per via dell'invasione dell'acqua.

E se a New Orleans dovrà passare ancora almeno una settimana prima che la rete elettrica venga completamente ripristinata, nella Grande Mela 8.000 persone sono rimaste al buio. Mentre negli stati colpiti migliaia sono le famiglie evacuate. Intanto in Louisiana si indaga sulla morte di quattro pazienti di una casa di riposo evacuata e che dal 27 agosto erano sistemati in un rifugio temporaneo e sovraffollato con altre 800 persone.

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