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Cos’è la sharia: la legge di Dio fatta dagli uomini

Si basa sul Corano e sulla Sunna e non è immutabile: è tutta basata sulle interpretazioni dei giuristi. E non è sinonimo di burqa

Un Corano a Herat (Keystone)
21 agosto 2021
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La Sharia non è una e immutabile, non dice che bisogna tagliare mani, né lapidare chiunque rubi una mela. La Sharia, come tutto quel che arriva dalla tradizione orale, può essere tutto e il contrario di tutto, perché non è un insieme di leggi, ma una sequela di interpretazioni di fatti che hanno una correlazione solo relativa, a volte forzata, con il qui e ora, essendo vecchie di secoli. Aver visto la Sharia applicata in modo violento e punitivo nell’Afghanistan dei mullah deve spaventarci per quel che accadrà o potrebbe accadere, ma non è una certezza.

In molti citano lo scrittore Khaled Hosseini, che nei suoi libri ricorda i soprusi dei talebani: “Tutti i cittadini devono pregare cinque volte al giorno. Se durante l’ora della preghiera verrete sorpresi in altre attività, sarete bastonati. Tutti gli uomini devono portare la barba. La lunghezza prescritta è di almeno un palmo sotto il mento. Se non vi conformerete a questa disposizione, sarete bastonati… È proibito cantare. È proibito danzare. È proibito giocare a carte, giocare a scacchi, giocare d’azzardo e far volare gli aquiloni. È proibito scrivere libri, guardare film e dipingere. Se tenete in casa dei parrocchetti, sarete bastonati e i vostri uccelli verranno uccisi. Se rubate, vi sarà tagliata la mano al polso. Se tornate a rubare vi sarà tagliato il piede...”.


Un musulmano alle prese con il Corano (Keystone)

Le parole di Hosseini

In “Mille splendidi soli” Hosseini fa un elenco ancor più inquietante della condizione delle donne: “Non dovete mostrare il volto in nessuna circostanza. Quando uscite, dovete indossare il burqa. Altrimenti verrete duramente percosse. Sono proibiti i cosmetici e i gioielli. Non dovete indossare abiti attraenti. Non dovete parlare se non per rispondere. Non dovete guardare negli occhi gli uomini. Non dovete ridere in pubblico. In caso contrario verrete bastonate. Non dovete dipingere le unghie. In caso contrario vi sarà tagliato un dito. Alle ragazze è proibito frequentare la scuola... Alle donne è proibito lavorare. Se vi rendete colpevoli di adulterio, verrete lapidate”.

Questo è quel che può succedere, ma non è una regola scritta. La dimensione astratta della Sharia permette ogni cosa, proprio perché è un codice che viene creato partendo dal Corano, ovvero il libro delle rivelazioni che il profeta Maometto avrebbe ricevuto da Dio nel VII secolo d.C., e dalla sunna, vale a dire il comportamento di Maometto e dei suoi primi seguaci. A comporre la sunna sono gli hadith, una serie di versi e aneddoti sulla vita di Maometto che sono la base del pensiero giuridico, etico e sociale. Hadith che – a differenza del Corano, di cui c’è una sola versione – possono essere riportati in modi diversi. Qui entrano in gioco gli uomini e le società musulmane. Ci sono dei legislatori, fuqaha, che tramutano la Sharia (la cui traduzione è “sentiero, retta via”) in legge (fiqh). Quel che decide un giurista di un Paese può essere totalmente disatteso altrove. Non a caso la famosa limitazione dell’alcol, derivante da un aneddoto in cui Maometto vieta di bere sostanze intossicanti derivate da uva e datteri, non è trattata ovunque allo stesso modo: solitamente per estensione il divieto viene allargato a tutti gli alcolici, ma ci sono giuristi che hanno dato il via libera ad alcolici ricavati da altre sostanze, come ad esempio la birra.


Punizioni corporali in Indonesia (Keystone)

Umano e divino

Queste differenti interpretazioni sono inevitabili, visto che solo una minima parte degli scritti religiosi tratta direttamente questioni giuridiche, il resto è in mano a esperti che – volenti o nolenti – tengono conto della società in cui sono cresciuti e vivono e degli orientamenti di chi detiene il potere.

Nell’Impero Ottomano, in cui il sultano tutto poteva, lui stesso a volte veniva fermato dalle leggi. Sempre nell’Impero Ottomano, che è stato governato dalla Sharia a partire dal 1299, c’erano regole molto meno restrittive di quelle applicate oggi in Arabia Saudita o in alcune zone di Nigeria e Indonesia.

Questo dimostra che non è questione di “tempi che cambiano”, ma di fanatismo: come già accade in altre religioni solo le frange più estreme prendono alla lettera quel che è scritto sui testi sacri. E se la Sharia in sé non è fallibile, in quanto emanazione della divinità, le leggi che ne derivano, applicate dagli uomini, lo sono.

Sulle punizioni corporali agli adulteri, e in particolare alle adultere, le posizioni sono di nuovo molto variegate: c’è chi vuole sospenderle per sempre e chi le applica pedissequamente. Che i talebani, probabilmente, propenderanno per una versione estrema e violenta è altamente probabile, ma il fatto di avere annunciato la Sharia non vuol dire nulla. Sharia non è sinonimo di burqa e fustigazioni.

Non ci resta che aspettare e vedere, anche se i primi segnali sono tutt’altro che rassicuranti.

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