Estero

Afghanistan, nessuno ferma l’avanzata dei Talebani

Cadute Kunduz e altre due città nel nord del Paese. Le ultime conquiste degli insorti islamisti potrebbero rappresentare uno spartiacque.

Kunduz, città strategicamente rilevante
(Keystone)
8 agosto 2021
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Roma – Kunduz, Sar-e-Pul, Taloqan: in poche ore tre città afghane, capoluoghi di province, sono cadute nelle mani dei talebani. Continua così la avanzata dei militanti inarrestabile nel Paese da cui nelle scorse settimane sono andate via le forze straniere a guida Nato dopo vent'anni di presenza, e di guerra, che aveva a più riprese - e in stagioni militari e politiche tra loro diverse - arginato anche la presenza talebana.

Da venerdì, i capoluoghi di provincia caduti nelle mani dei talebani, sono in tutto cinque. Tra le ultime conquiste la più rilevante a livello strategico: Kunduz. Con i suoi 270mila abitanti è considerata la porta d'ingresso alle province afghane del nord ricche di materie prime e per questo molto ambite. A livello logistico poi, è anche una sorta di crocevia da cui partono collegamenti con città importanti, perfino la capitale Kabul.

Importanza strategica

E in più la provincia che ha come capoluogo Kunduz ha anche una importante frontiera, con il Tajikistan. Si tratta di una delle rotte più battute per la fuoriuscita di oppio ed eroina dal Paese, diretta in Asia centrale, da dove trova la sua strada verso l'Europa. Per non parlare del valore simbolico dell'impresa: la città nel 2001 - all'inizio della guerra - rappresentava una roccaforte della militanza talebana nel nord. Fu strappata più volte alle forze straniere, nel 2015 e nel 2016, ma i talebani non riuscirono mai a consolidare e mantenere la loro presenza a lungo.

Controllare Kunduz non è quindi obiettivo da poco o un traguardo come un altro e la giornata di oggi potrebbe per questo rappresentare uno spartiacque, e persino un acceleratore, in questa avanzata che, dall'offensiva lanciata a maggio, ha proceduto ad un ritmo costante e senza trovare grandi ostacoli sulla sua strada.

‘Andatevene’

Sviluppi che agitano chi ormai a distanza osserva e teme recrudescenze e caos. Così Usa e Regno Unito già nei giorni scorsi avevano messo in guardia i loro cittadini ancora presenti in Afghanistan o chi intendeva recarvisi: è stato per primo il Foreign Office a suggerire ai britannici di evitare tutti i viaggi in Afghanistan e, a chi si trova nel Paese, di lasciarlo immediatamente. "È molto probabile che i terroristi tentino di eseguire attentati in Afghanistan. Metodi specifici di attacco si stanno evolvendo e stanno diventando sempre più sofisticati", ha messo in guardia Londra.

Stesso tono quello degli Usa: "L'ambasciata degli Stati Uniti invita i cittadini americani a lasciare l'Afghanistan immediatamente usando i voli commerciali disponibili", ha scritto su Twitter l'Ambasciata americana a Kabul. "Considerate la situazione della sicurezza e la riduzione dello staff, la capacità dell'ambasciata di assistere i cittadini americani in Afghanistan è estremamente limitata, persino nella capitale".

Adesso però la sfida è al governo di Kabul: partiti gli stranieri, le forze afghane, con le loro 350mila unità sul campo, devono dimostrare di poter riprendere e mantenere il controllo. Che si sarebbe combattuto era ampiamente prevedibile, sono però adesso i rapporti di forza che devono essere stabiliti. Kunduz obiettivo strategico e simbolico, ma non è detto che i talebani riescano a mantenere la presa, che ne abbiano la reale forza. Occhi puntati anche sul processo politico, con i colloqui di Doha in stallo: ciò che accade sul campo da questo punto in poi detta legge nei rapporti di forza al tavolo dei negoziati.

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