Estero

Coronavirus, in Italia domani è il giorno del green pass

Scatta l’obbligo, che oggi il Governo ha esteso a scuola, università e trasporti a lunga percorrenza. Ticino, certificato parziale ancora a bagnomaria.

Al tavolo bisogna averlo, al bancone no
(Keystone)
5 agosto 2021
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Roma – C’è chi è pronto e chi invece protesta ed è preoccupato per le nuove regole. L’Italia si prepara così al ‘Green Pass Day’: da domani la certificazione verde – rilasciata dopo la prima dose (passati 15 giorni) o a conclusione del ciclo vaccinale (valido 9 mesi), col certificato di guarigione (6 mesi) o con l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti – sarà come un ‘passaporto’ per vivere in sicurezza molti momenti di svago e della vita quotidiana. Il pass obbligatorio servirà a chi ha più di 12 anni per mettere piede negli spazi chiusi accessibili al pubblico come bar, ristoranti, cinema, teatri e palestre. E da sabato – così vuole il nuovo decreto approvato ieri dal Governo – l’obbligo viene esteso a scuola, università e trasporti a lunga percorrenza (dal primo settembre). Le principali novità in sintesi.

  •  Ristoranti e bar   Obbligatorio per le consumazioni al tavolo al chiuso; non necessario invece per il servizio al bancone. Spetta ai titolari degli esercizi controllare, attraverso ‘Verifica C19’, la app ufficiale del ministero della Salute. Anche la polizia può eseguire controlli. Previste sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente.
  •  Cinema e teatri  Pass obbligatorio, ma aumenta il numero di spettatori ammessi. In zona gialla si entrerà con green pass, mascherina e distanziamento, ma gli spettatori potranno salire all’aperto dagli attuali 1000 a un massimo di 2’500 e al chiuso da 500 a 1000. In zona bianca viene fissato un limite all’aperto di 5mila persone e al chiuso di 2’500 persone.
  •  Eventi sportivi  Pass obbligatorio. In zona bianca la capienza consentita non può essere superiore 50% di quella massima autorizzata all’aperto e al 25% al chiuso; zona gialla: capienza non superiore al 25% e, comunque, numero massimo di spettatori non superiore a 2’500 per gli impianti all’aperto e a 1000 per gli impianti al chiuso.
  •  Altri luoghi/attività  Green pass obbligatorio anche per accedere a: musei; piscine, palestre, centri benessere al chiuso; sagre, fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi e le relative attività di ristorazione; sale gioco, scommesse, bingo e casinò; concorsi pubblici.
  •  Scuola/università  Obbligo di certificato per il personale scolastico e universitario e per gli studenti universitari. Professori e personale non docente dovranno avere ed esibire la certificazione; se non lo farannoscatteranno sanzioni (sospensione e niente stipendio dopo cinque giorni). Restano la regola del distanziamento di un metro e l’obbligo di indossare la mascherina per tutti gli studenti, ad eccezione dei bambini sotto i 6 anni e per chi ha patologie incompatibili con l’utilizzo.
  •  Trasporti  Green pass obbligatorio dal primo settembre. Dovrà essere esibito per salire su aerei, navi e traghetti, treni ad Alta velocità e Intercity e anche sugli autobus di linea che collegano regioni diverse. Previste sanzioni da 400 a mille euro. Nessun obbligo, invece, per i collegamenti con le isole minori e per lo Stretto di Messina, per bus e metropolitane del trasporto pubblico locale e per bus e treni regionali.
  •  Dove non è obbligatorio  Negli spazi accessibili al pubblico all’aperto (terrazze di ristoranti compresi), nelle chiese e negli oratori. Esentati pure i clienti che accedono a ristoranti e bar interni degli alberghi.

Ticino, un certificato parziale che ancora non serve

Da due settimane, in Ticino, chi ne fa richiesta ottiene dopo la prima dose del vaccino un certificato parziale provvisto di codice QR. Un documento almeno teoricamente equivalente al green pass italiano (rilasciato appunto dopo una sola dose), che però – stando a nostre informazioni – non è ancora stato riconosciuto dalle autorità del Paese vicino. Se lo sarà prossimamente, non è dato sapere. Due settimane fa il Cantone indicava che erano “stati attivati i necessari contatti per il tramite della Confederazione”. “Si tratta di una questione di competenza degli Stati”, ribadisce ora – da noi interpellato – il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato (Sic). “Il governo italiano – si legge nella nota inviata a ‘laRegione’ – ha comunque già precisato che per l’ingresso in Italia rimane necessario possedere una certificazione che confermi il completamento del ciclo vaccinale [due dosi quindi, ndr] oppure un test negativo o l’avvenuta guarigione. Nel caso di movimenti a ridosso del confine, continua ad essere in vigore l’esenzione – riconfermata anche dall’ultima ordinanza del Ministero della Salute – di presentare il Passenger Locator Form e la certificazione per spostamenti non superiori a 60 chilometri e 48 ore dal proprio domicilio. Chi risiede oltre questa distanza, ad esempio dal ristorante italiano dove desidera recarsi, non potrà quindi entrare in Italia con un certificato rilasciato dopo la somministrazione della prima dose”. Il consiglio, in questa situazione fluida e un po’ ingarbugliata, è sempre lo stesso: prima di qualsiasi spostamento all’estero, occorre “informarsi tramite i canali ufficiali del paese di destinazione sulle modalità richieste per accedere e soggiornare”.

Francia, semaforo verde dei giudici

Era una decisione attesissima in Francia. Il Consiglio costituzionale di Parigi ha dato il proprio via libera all’introduzione del contestato pass sanitario, una misura che nelle ultime settimane ha suscitato proteste di piazza (ripetutesi in serata) ma che invece è stata fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron per contrastare il coronavirus, incluso in bar e ristoranti. Per i Saggi, che oggi hanno pronunciato la cruciale sentenza, il pass sanitario è uno strumento “equilibrato”, un buon compromesso tra libertà pubbliche e protezione della salute. L’estensione del green pass francese a bar, ristoranti e trasporti di lunga percorrenza entrerà in vigore lunedì. I giudici costituzionali hanno invece bocciato l’isolamento obbligatorio delle persone affette da Covid per un periodo di dieci giorni. Una misura a loro avviso non “necessaria, adatta” o “proporzionata”.

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