Estero

Morto Baklanov, tentò il golpe contro Gorbaciov

Era l'ultimo rimasto in vita dei cospiratori. Quell'episodio accelerò la dissoluzione dell'Urss

Proteste anti-sovietiche nei giorni del golpe (Keystone)
30 luglio 2021
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È morto Oleg Baklanov, l'ultimo dei congiurati che nell'agosto del 1991 misero in atto il fallito tentativo di golpe ai danni di Mikhail Gorbaciov. "Oleg Dmitrievich Baklanov, che ha diretto la nostra industria spaziale e il ministero delle Costruzioni Meccaniche dell'Urss, è morto oggi", ha scritto ieri su Twitter il direttore dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitry Rogozin, subito ripreso dai media russi e internazionali.

Baklanov aveva 89 anni. Era nato nel 1932 a Kharkiv, nell'Ucraina sovietica, e dal 1983 al 1988, come ministro delle Costruzioni Meccaniche, aveva rivestito un ruolo guida in diversi programmi spaziali dell'Urss. Ma era già vice presidente del Consiglio di Difesa quando, nel 1991, divenne uno degli autori del tentativo di golpe contro Gorbaciov che di fatto finì con l'accelerare il crollo dell'Unione Sovietica.


Oleg Baklanov (Antonor81)

La perestrojka

Gorbaciov arriva al vertice dello Stato nel 1985, in un periodo di certo non facile per l'Urss. Il prezzo del petrolio è in calo e le spese militari eccessive perché si deve far fronte alla corsa agli armamenti con gli Usa e alla guerra in Afghanistan. È necessario modernizzare economia e apparato burocratico. Gorbaciov punta quindi sulla distensione nei rapporti internazionali e su un'apertura ai valori democratici e all'economia di mercato. I suoi cavalli di battaglia sono la perestroika, la ricostruzione del sistema politico e sociale, e la glasnost, la trasparenza.

Negli ultimi anni dell'Urss si rafforzano però le spinte centrifughe. Gorbaciov il 20 agosto del 1991 avrebbe dovuto firmare il Nuovo Trattato dell'Unione concedendo maggiore autonomia alle singole repubbliche sovietiche ma preservando l'Urss. E' proprio in quei giorni che alcuni esponenti di spicco del Pcus, del governo e dell'esercito tentano di esautorare Gorbaciov per portare al potere i comunisti conservatori. Baklanov è uno degli otto membri del GKChP, il sedicente Comitato Statale per la Situazione di Emergenza che si autodefinì governo provvisorio nell'agosto di 30 anni fa. Ma i leader del tentato colpo di Stato erano in tutto 11. Gorbaciov viene posto agli "arresti domiciliari" dai congiurati nella sua dacia in Crimea. Il 19 agosto la tv manda in onda le ballerine del Lago dei Cigni e i carri armati invadono il centro di Mosca. Migliaia di russi scendono però in strada e innalzano barricate a difesa del Parlamento.


Yeltsin e Gorbaciov (Keystone)

L'ascesa di Yeltsin

Una figura chiave nella lotta diventa presto Boris Yeltsin, da poco eletto presidente della Repubblica Russa. Le immagini di Yeltsin in piedi su un carro armato sono ormai un simbolo della resistenza di Mosca. Le forze speciali non obbediscono ai golpisti e alla fine i tank si ritirano. È il 21 agosto, sono passati appena tre giorni e il tentato putsch è ufficialmente fallito. Gorbaciov è di nuovo libero e i congiurati vengono arrestati. L'impero che per decenni aveva governato mezzo mondo si sgretola però in pochi mesi mentre le varie repubbliche si dichiarano indipendenti. Il 24 agosto Gorbaciov lascia l'incarico di segretario del Pcus e appena quattro mesi dopo, il giorno di Natale, si dimette da presidente di un'Unione Sovietica che era ormai solo una scatola vuota. Baklanov fu rilasciato nel 1993 e nel febbraio dell'anno dopo la Duma concesse l'amnistia ai leader del tentato golpe.

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