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Terrorizzò l'America: 'The Dating Game Killer' è morto

Partecipò al gioco delle coppie e il titolo della trasmissione divenne il suo nickname. È stato uno dei serial killer più spietati che gli Stati Uniti ricordino.

Rodney Alcala, anche peggio di Ted Bundy (Keystone)
25 luglio 2021
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Era noto come ‘The Dating Game Killer’, per aver partecipato negli anni '70 alla nota trasmissione televisiva del gioco delle coppie. All'epoca nessuno immaginava che Rodney Alcala, fotografo californiano brillante e di bell'aspetto, fosse in realtà un mostro, forse il serial killer più sanguinario della storia americana. Un feroce assassino che, secondo gli investigatori, potrebbe aver torturato e ucciso almeno 130 persone ai quattro angoli del Paese. Ora, dopo aver terrorizzato l'America, vecchio e malato, è morto a 77 anni per cause naturali, prima che il boia potesse giustiziarlo.

Alcala era infatti in attesa che la sua pena capitale fosse eseguita, anche se per le condizioni di salute da tempo non si trovava più nel braccio della morte del penitenziario californiano di San Quintino, ma in quello di Corcoran, prima di essere ricoverato nelle ultime settimane nell'ospedale di San Joaquin Valley. Negli ultimi anni, Alcala ha evitato l'iniezione letale solo grazie alla moratoria sulle esecuzioni voluta in California dal governatore democratico Gavin Newsom, ancora oggi in vigore. Nello Stato la pena di morte è stata reintrodotta nel 1978, ma di fatto nessuna esecuzione fu eseguita fino al 1992.

Peggio di Ted Bundy

La condanna a morte di Alcala si riferisce agli assassinii di sette donne, tra cui una bambina di 12 anni, avvenuti tra la California e New York. Tutti omicidi compiuti tra il 1971 e il 1979. Ma gli investigatori da sempre sospettano che il numero delle vittime di Alcala sia infinitamente più alto, tale da far impallidire il tragico bilancio di quel Ted Bundy finito sulla sedia elettrica nel 1989 per aver eliminato almeno 30 donne con i cui cadaveri amava accoppiarsi.

Dietro ad Alcala potrebbero esserci decine e decine di cold case mai risolti da Los Angeles a Seattle, dall'Arizona al New Hampshire, tante vittime quante sono le persone scomparse e ritratte nelle oltre mille fotografie di donne e adolescenti, spesso in pose sessualmente esplicite, rinvenute nella sua abitazione. Adescava le ragazze proprio con la scusa di realizzare un servizio fotografico, poi le aggrediva con un martello e, dopo averne abusato, le uccideva soffocandole lentamente e provocando loro una lunga agonia, come hanno raccontato alcune donne miracolosamente sopravvissute.

“Andava in giro a caccia di persone per ucciderle e lo faceva solo per il gusto di farlo”, raccontano gli investigatori. Ma non si era mai pentito, pur avendo riconosciuto la sua colpevolezza per i casi lo hanno portato nel braccio della morte. Anzi, durante gli interrogatori assumeva sempre un atteggiamento di sfida nei confronti degli investigatori. Ora se ne è andato da uomo solo e senza alcuna pietà o perdono mostrato da alcune delle sue vittime miracolosamente scampate al massacro.

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