Estero

Strage di Bologna. L'ex moglie di Bellini conferma: ‘È lui’

La testimone lo riconosce e ne smonta l'alibi per ciò che accadde il 2 agosto 1980 in stazione. L'attentato provocò la morte di 85 persone

La stazione di Bologna dopo la strage (Wikipedia)
21 luglio 2021
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"È Paolo". Maurizia Bonini, ex moglie di Paolo Bellini, ha confermato con tono sicuro durante il processo quello che aveva già detto durante le indagini. Il giovane con i baffi ripreso da un filmato amatoriale girato da un turista in stazione a Bologna, poco dopo l'esplosione del 2 agosto 1980, è l'uomo con cui ha condiviso una parte della sua vita: "Ha una fossetta qua, ha i capelli più indietro, ma è comunque lui, nella foto che ho visto al telegiornale lo riconosco ancora meglio", ha detto la testimone, davanti alla Corte d'Assise che sta processando a 41 anni di distanza dall'attentato l'ex esponente di Avanguardia Nazionale, considerato dalla Procura generale il quinto esecutore materiale, in concorso con i tre Nar già condannati in via definitiva, Fioravanti, Mambro e Ciavardini e con Gilberto Cavallini, condannato all'ergastolo poco più di un anno fa, in primo grado.

Bonini ha testimoniato coperta da un paravento. Il suo ex marito, Bellini, era uscito poco prima. "Io esco dall'aula durante l'audizione dei miei familiari, così non si creano problemi, ma i miei legali hanno diritto di vedere la testimone", ha detto polemicamente l'imputato. Le parole di Bonini hanno dato forza a una delle prove principali a carico dell'ex marito e che hanno consentito di riaprire l'indagine, arrivando a un nuovo processo.

Le immagini

Nel video di pochi secondi, trasmesso in aula, si vede il giovane, una maglietta azzurrina e una catenina al collo, camminare in mezzo alla folla sul primo binario, proprio mentre dietro di lui due persone sembrano portare via un ferito. Il giovane a un certo punto sembra alzare lo sguardo, come in un cenno verso qualcuno, ma in quel momento l'immagine non è a fuoco. Poi prosegue e esce dalla scena. Altri volti nel filmato, persone vicine al giovane coi baffi, sarebbero tuttora al vaglio degli inquirenti che sperano di riconoscere altri eventuali complici.


I primi soccorsi dopo l'attentato (Wikipedia)

Bonini non ha solo riconosciuto Bellini. Ha anche smontato il suo alibi, aggiungendo che quando invece lo aveva confermato, dichiarò il falso. "Ho detto una bugia, chiedo scusa a tutti", ha spiegato in una testimonianza sempre più sofferta, interrotta dalle lacrime. Ma Bellini "ha ingannato tutti, me per prima". Bellini partì da Scandiano la mattina del 2 agosto per andare a prendere moglie e figli a Rimini e poi portare tutta la famiglia al Passo del Tonale. Inizialmente Bonini disse che arrivò attorno alle 9-9.30. Ma ora afferma una cosa diversa: "Non ricordo con precisione a che ora arrivò mio marito a prendermi a Rimini, mi ricordo però che mia madre tornò tardi in albergo", ha detto Bonini. La madre di Maurizia (Eglia Rinaldi, deceduta), infatti, come è emerso durante gli interrogatori, rientrò a Torre Pedrera, località vicino a Rimini, in ritardo per l'orario di pranzo, tanto che ci fu una discussione con il marito. "L'orario delle 9.15 - ha spiegato poi Maurizia rispondendo alle domande dei legali di Bellini - me lo disse mio suocero (Aldo Bellini, ndr)".

Gli spostamenti

Il ragionamento dell'accusa è che se Bellini arrivò a Rimini in tarda mattinata, e non alle 9.15, i suoi spostamenti sono compatibili con la sua presenza in stazione a Bologna all'orario dell'esplosione, le 10.25. Resta un dubbio però, sollevato anche dalla difesa: Bellini partì da Scandiano con Daniela, nipote di 10 anni. Dove è stata la bambina durante la mattinata? "Dovete chiedere a lui dove ha messo la bambina", ha detto l'ex moglie. Tra i familiari di Paolo Bellini che hanno testimoniato, anche la figlia Silvia Bonini, che ha spiegato di aver cambiato cognome una ventina di anni fa prendendo quello della madre e di aver interrotto completamente i rapporti con il padre. Il 2 agosto 1980 aveva 9 anni e pur non ricordando nulla di quel giorno, con voce commossa ha sottolineato: "Questa vicenda ha scombussolato la mia vita, credo sia giusto dare testimonianza per una cosa così grave, ma soprattutto perché penso alle vittime".

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