Estero

Miami, si scava sotto le macerie: 150 dispersi

Corsa contro il tempo per trovare persone ancora in vita. Biden dichiara l'emergenza

Il palazzo crollato a Miami (Keystone)
25 giugno 2021
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Una corsa contro il tempo. A Miami si scava senza sosta fra le macerie dell'edificio crollato a Surfside. Macchinari speciali e cani aiutano i soccorritori nelle ricerche rese complicate dall'umidità e dagli acquazzoni che si sono abbattuti nelle ultime ore nell'area. Intanto però il bilancio si aggrava: i morti sono almeno quattro e i dispersi sono saliti a 159. "Abbiamo ancora la speranza di salvare vite", affermano i soccorritori rassicurando le famiglie sul fatto che le autorità locali, assistite dalla protezione civile, stanno facendo tutto il possibile per accelerare le ricerche.

Il timore è infatti che con il passare delle ore il bilancio dell'incidente si aggravi: la soglia delle 30 ore - secondo diversi esperti - è quella critica oltre la quale sopravvivere per un essere umano sotto le macerie nelle temperature della Florida è difficile. Per accelerare le ricerche l'amministrazione Biden ha dichiarato lo stato di emergenza nello Stato, aprendo la strada agli aiuti federali. Sulle cause dell'incidente le indagini proseguono. "Mia madre nella sua ultima chiamata prima dell'incidente mi aveva riferito di strani rumori che l'edificio emetteva di notte, talmente forti da svegliarla", riferisce il figlio di una delle persone disperse. "Continuo a sperare che sia viva ma mi rendo conto che abitava nella parte che è completamente collassata, quindi le speranze sono poche", aggiunge.

Le polemiche

Non si danno pace neanche le autorità locali: "I palazzi non crollano in America è un fenomeno da terzo mondo", dice il sindaco di Surfside. L'ipotesi inizialmente avanzata dei recenti lavori sul tetto dell'edificio per spiegare il crollo è al momento accantonata. A far discutere è uno studio del 2020 in cui si constatava come il palazzo, costruito nel 1981, affondava alla velocità allarmante di due millimetri l'anno dal 1990. E questo potrebbe aver avuto ripercussioni sulla struttura e sulle fondamenta del Champlain Towers South, che si erigeva in un'area paludosa bonificata. Fra i rischi strutturali potrebbe aver pesato l'acqua salata dell'oceano, in grado negli anni di penetrare il cemento e corrodere le fondamenta.

Particolarmente esposto a questo rischio era il garage dell'edificio. In attesa di risposte alcuni condomini del complesso si sono organizzati e hanno presentato una class action da 5 milioni di dollari nei confronti dei gestori e proprietari dell'edificio, ai quali chiedono i documenti dei lavori previsti per il palazzo nell'ambito del processo di certificazione per i suoi primi 40 anni. "Non siamo stati protetti adeguatamente", si legge nella denuncia presentata dai condomini, che sospettano che alcuni danni fossero stati identificati durante le ispezioni ma i lavori rimandati. La legge della Florida prevede che un edificio debba essere ispezionato per la sua stabilità strutturale e non solo quando ha 40 anni e poi successivamente ogni 10 anni. Si tratta di una norma unica negli Stati Uniti e in parte legata alle condizioni climatiche dello Stato. Un clima che per ora sta rallentando la corsa contro il tempo per salvare vite.

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