hong kong

Polizia cinese fa irruzione nel giornale d'opposizione

Cinque arresti all'Apple Daily. Le proteste: ‘Ormai la libertà di stampa è appesa a un filo’

La polizia nella lobby del giornale (Keystone)
17 giugno 2021
|

Una retata compiuta da 500 agenti ha decapitato i vertici dell'Apple Daily, il popolare tabloid pro-democrazia del tycoon Jimmy Lai e della sua società editrice Next Digital, i cui titoli sono stati sospesi in Borsa: il blitz della polizia di Hong Kong, mai effettuato su scala così vasta contro i media, è partito nel pieno della notte con l'arresto del direttore del quotidiano Ryan Law, dell'amministratore delegato della holding Cheung Kim-hung e di altri tre alti dirigenti.

Poi, al mattino, sono stati portati tutti in manette nella redazione del quotidiano dove, una volta bloccati ingressi e uscite, sono stati identificati tutti i giornalisti e perquisiti i computer e gli uffici. Malgrado gli avvertimenti, il blitz è finito in streaming sull'account di Facebook dell'Apple Daily, a testimoniare l'ultimo pesante colpo in nome della legge sulla sicurezza nazionale imposta a giugno 2020 dalla Cina all'ex colonia britannica.

La libertà di stampa di Hong Kong è "appesa a un filo" e "sta subendo una stretta mirata da parte del regime", ha scritto lo stesso giornale in un messaggio sulla sua app, ma "tutti i membri di Apple Daily rimarranno saldi e fermi" al loro posto. Un proposito complicato dato che il raid ha portato al congelamento di asset equivalenti a 2,3 milioni di dollari di proprietà di tre società collegate al tabloid mettendo a rischio la stampa della pubblicazione: si tratta di Apple Daily Limited, Apple Daily Printing Limited e Ad Internet Limited.


Il tycoon Jimmy Lai, recentemente arrestato (Keystone)

Il tycoon arrestato

Jimmy Lai, il 72enne tycoon dei media pro-democrazia, è in carcere da fine 2020 per una serie di accuse e condanne sulla partecipazione a manifestazioni illegali legate alle proteste pro-democrazia del 2019. Su di lui pende anche la contestazione più pesante di "collusione" con uno Stato straniero. Quest'ultima, punibile anche con l'ergastolo, è alla base del blitz odierno.

In una conferenza stampa il sovrintendente senior Steve Li ha appunto parlato di arresti effettuati per "collusione con un Paese straniero o con elementi esterni per mettere in pericolo la sicurezza", in violazione della legge sulla sicurezza nazionale. "Abbiamo trovato nel quotidiano e nella sua versione Internet, finora, oltre 30 articoli che chiedono a Paesi e istituzioni stranieri di imporre sanzioni a Hong Kong e alla Repubblica popolare. Anche in inglese e cinese", ha spiegato Li. "Questo è complotto, non stiamo parlando di lavoro mediatico o giornalistico, stiamo parlando di un complotto in cui gli indagati hanno usato il lavoro giornalistico per colludere con un Paese straniero o elementi esterni per imporre sanzioni o atti ostili", ha detto il segretario alla Sicurezza, John Lee, sollecitando i giornalisti a rispettare la legge.

La Gran Bretagna ha accusato la Cina di attaccare le "voci dissenzienti", chiedendo il rispetto della libertà di stampa. "I raid e gli arresti nella redazione di Apple Daily mostrano che Pechino sta usando la legge sulla sicurezza nazionale per colpire le voci dissidenti e non per occuparsi della sicurezza pubblica", ha denunciato su Twitter il ministro degli Esteri Dominic Raab. Una richiesta destinata a cadere nel vuoto, come quella contenuta nel comunicato finale di domenica del summit dei leader del G7 tenuto in Cornovaglia.


Copie dell'Apple Daily fresche di stampa (Keystone)

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE