Estero

Biden al G7 sfida la Via della Seta cinese

L'arrivo del presidente americano in Europa regala un'accelerata anche sui vaccini: 1 miliardo di dosi saranno distribuite nei Paesi poveri

Biden e Johnson visti dai manifestanti (Keystone)
11 giugno 2021
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La Cornovaglia, propaggine dell'estremo occidente d'Europa affacciata verso l'Atlantico, come fonte d'ispirazione di una rinnovata sfida alla Cina e alla strategia globale della Via della Seta 2.0, cavallo di battaglia del gigante d'Oriente. Arriva dall'amminisitrazione americana di Joe Biden la parola d'ordine del primo vertice G7 del dopo pandemia (e del dopo Donald Trump), al via oggi sotto la presidenza britannica di Boris Johnson dietro le recinzioni fortificate di un lussuoso resort di Carbis Bay.

Una parola d'ordine che precisa i termini del braccio di ferro con il Dragone, in un momento cruciale per il pianeta segnato dalla partita (anche geopolitica) della "ricostruzione" post Covid - tema portante della riunione - fra corsa ai vaccini, progetti di ristrutturazione dei sistemi economici e sociali, promesse di maggior equità. "Il G7 - ha fatto sapere Washington nelle ore in cui il vertice prendeva il via con l'apertura di Johnson e una sessione di lavoro sulla ripresa introdotta dal premier italiano Mario Draghi - appoggerà standard elevati, trasparenti, rispettosi dell'ambiente e un meccanismo per gli investimenti nelle infrastrutture fisiche, digitali e sanitarie dei Paesi a basso e medio reddito. Sarà un'alternativa a quello che altri Stati, inclusa la Cina, stanno offrendo".

Il caso Covid

Il messaggio - anticipato dall'offerta di un miliardo di dosi vaccinali dal "fronte delle democrazie" ai Paesi meno ricchi - è di quelli destinati a risuonare forte e chiaro, almeno a parole per ora. Tanto che la risposta di Pechino non si fa attendere, affidata al capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Yang Jiechi. Che in un colloquio-scontro col segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, liquida il G7 dell'era Biden come il luogo di "uno pseudo multilateralismo sostenuto da piccoli circoli"; mentre torna a respingere come "una storia assurda" i sospetti che il coronavirus possa essere sfuggito dai laboratori di Wuhan. Sulla trincea degli alleati, viceversa, l'Ue - rappresentata al G7 da Ursula von der Leyen, Charles Michel, oltre che dai leader d'Italia, Francia e Germania - mostra di volersi allineare, pur puntualizzando attraverso fonti diplomatiche che "non si tratta di chiudere la porta alla Cina" o d'interrompere la "cooperazione multilaterale"; semmai di accentuare la pressione sul terreno "dei diritti umani" e farle concorrenza "nel rapporto con i Paesi in via di sviluppo".

Approccio condiviso con il governo Tory di Johnson (col quale viene frattanto silenziato, ma non risolto il contrasto sul dopo Brexit relativo ai confini dell'Irlanda del Nord, dopo un duro botta e risposta fra Emmanuel Macron e il capo del Foreign Office Dominic Raab) senza dimenticare gli interessi ciclopici in gioco per il Vecchio Continente con Pechino. "Una stretta unità transatlantica è essenziale per affrontare le sfide odierne, dal rapporto con la Cina alla protezione del clima", fa sapere in ogni caso la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a margine di una riunione di coordinamento a 5 convocata pochi minuti prima del summit britannico. Mentre a ruota da Bruxelles arrivano le prime anticipazioni di una dichiarazione congiunta con Biden, atteso nella capitale politica dell'Unione subito dopo Carbis Bay, in cui si fa riferimento all'annuncio di una nuova alleanza bilaterale con Washington, su commercio e digitale, concepita proprio per contenere l'ascesa cinese e "promuovere i valori democratici".

 

Fischi e reali

L'incoraggiamento della monarchia britannica al gran completo, lo scetticismo del popolo della protesta: disperso dagli apparati di polizia e da ciò che resta delle restrizioni anti Covid ma comunque deciso a far sentire la sua voce, seppure a distanza di sicurezza dal blindatissimo resort di Carbis Bay che ospita il vertice. La prima giornata, esaurita la passerella iniziale e la sessione d'apertura, sfocia in un incontro irrituale con l'intero vertice di casa Windsor: dalla 95enne regina Elisabetta - al primo viaggio dopo la recente scomparsa del quasi centenario Filippo di Edimburgo -, al principe Carlo e al principe William, accompagnati dalle rispettive consorti Camilla e Kate. L'occasione è la presentazione dell'Eden Project, complesso turistico eco-friendly sponsorizzato proprio in Cornovaglia dall'erede al trono fra tante iniziative ambientali sostenute dalla sua fondazione. Ma rappresenta anche un messaggio, nell'eccezionalità di questa trasferta collettiva di reali a suggello dell'importanza attribuita dalla dinastia (come dal governo di Boris Johnson) a un appuntamento nel quale la questione ambientale e quella della battaglia dei cambiamenti climatici spicca come una bussola negli impegni dell'accidentato percorso della ripresa del dopo Covid: verso una "ricostruzione in meglio", giurano i leader, dei sistemi economici e sociali del pianeta.

Ambizioni alte, alla cui sincerità c'è tuttavia chi non crede. "Azioni, non parole", è lo slogan che sale dalle strade di St.Ives, il luogo meno lontano dal vertice ufficiale dove la protesta è riuscita a portare i suoi umori, dentro la zona rossa eppure a diversi chilometri dalle invalicabili recinzioni del resort dorato di Carbis Bay. A scandirlo, tra vessilli multicolore e cartelli polemici, sono gli ecologisti radicali di Extinction Rebellion, pronti a sfidare i divieti della Devon and Cornwall Police con i loro tradizionali blitz mordi e fuggi. Mentre Greenpeace aggira le barriere della sicurezza facendo volare addirittura una flotta di 300 droni nel cielo per disegnare sopra le teste dei capi di Stato e di Governo figure luminose di specie animali in pericolo (orsi polari, tartarughe, balene) e quindi la scritta 'Act Now'. Sul clima, avverte Ariana Densham, di Greenpeace Uk, bisogna "agire ora", sperando "d'essere ancora in tempo" per i nostri figli e nipoti: "Abbiamo bisogno d'impegni coraggiosi da realizzare con urgenza, non di altre promesse e obiettivi vaghi", incalza quindi sfidando i 7 Grandi. 

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