Estero

Pakistan, assolta coppia cristiana accusata di blasfemia

La sentenza di assoluzione è stata emessa da un team di tre giudici dell'Alta Corte di Lahore (Lhc), che ha accolto il ricorso della coppia.

(Keystone)
3 giugno 2021
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Islamabad – Un tribunale pakistano ha oggi assolto una coppia cristiana, Shafqat Masih e sua moglie Shagufta Kousar Masih, che erano nel braccio della morte da sette anni per presunta blasfemia.

La sentenza di assoluzione è stata emessa da un team di tre giudici dell'Alta Corte di Lahore (Lhc), che ha accolto il ricorso della coppia.

Il loro avvocato, Saif-ul-Malook, parlando con l'Ansa ha confermato l'epilogo della vicenda. "Sono molto felice che si sia giunti all'assoluzione", ha affermato, aggiungendo che i due sposi "ora sono liberi e possono godersi la vita". Secondo il legale, il caso era molto debole, i due imputati sono stati assolti per mancanza di prove.

L'avvocato Saif-ul-Maloof, ha difeso con successo anche Asia Bibi, una donna cristiana che aveva trascorso dieci anni nel braccio della morte per blasfemia e poi rilasciata nel 2018.

Shafqat Masih e sua moglie Shagufta Kousar Masih erano stati condannati nel 2014 per aver inviato, secondo l'accusa, messaggi di testo blasfemi insultando il profeta Maometto. I messaggi erano stati inviati da un numero di cellulare registrato sotto il nome di Shagufta Masih a un leader di preghiera musulmano locale.

Quella sulla blasfemia è una delle leggi controverse del Pakistan. Chiunque manchi di rispetto all'Islam o la profeta Maometto rischia la condanna a morte.

A maggio, il Parlamento europeo aveva esortato il personale diplomatico europeo a fare tutto il possibile per fornire "protezione e sostegno" a Shagufta Kousar e Shafqat Masih. Il Parlamento Ue si è anche detto "preoccupato per il continuo abuso delle leggi sulla blasfemia" e ha invitato il governo del Pakistan "a rivedere e infine ad abolire queste leggi" che sono "incompatibili con le leggi internazionali sui diritti umani". Secondo la risoluzione, queste leggi sono sempre più utilizzate per colpire le minoranze vulnerabili nel Paese, tra cui sciiti, indù e cristiani.

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