Estero

Elezioni farsa in Siria, altri 7 anni per Assad

Al voto tra le macerie: ‘Le accuse dell'Occidente non ci interessano’

Assad esulta dopo il voto (Keystone)
26 maggio 2021
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Il presidente siriano Bashar al Assad si appresta a essere dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali svoltesi oggi nelle zone controllate dalle forze governative, russe e iraniane. Il raìs, sfidato sulla carta da due altri candidati 'rivali', ha risposto alle critiche rivolte da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea che avevano definito le elezioni una farsa affermando che si tratta di accuse "prive di valore".

La Siria è da dieci anni martoriata da un conflitto che ha ucciso circa mezzo milione di persone e ha costretto 10 milioni di siriani ad abbandonare le loro case. Il Paese è oggi segnato dalla presenza di numerosi eserciti e milizie straniere sul suo territorio e da un collasso economico senza precedenti. Per l'Onu, più del 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. I risultati saranno resi noti dopodomani, ma l'esito è scontato: Assad rimane presidente per altri sette anni dopo aver ricoperto l'incarico per vent'anni, da quando ha ereditato la posizione dal padre Hafez, al potere dal 1970.

Il consenso popolare

Il destino degli Assad è da mezzo secolo intrecciato a quello del partito Baath al potere dagli anni '60 e che, anche in queste elezioni, ha svolto un ruolo essenziale nell'assicurare un indiscusso consenso popolare al presidente. Nelle precedenti consultazioni del 2014 Assad aveva ottenuto quasi il 90% dei voti, con un'affluenza di oltre il 70%. I due candidati rivali, Abdallah Abdallah e Mahmud Marei, non hanno mai potuto contare sul sostegno del sistema di potere. I media governativi hanno affermato che "l'affluenza è stata sopra le aspettative" e che le urne sarebbero rimaste aperte cinque ore in più rispetto al previsto. Assad, che nei giorni scorsi aveva deciso un'amnistia generale per migliaia di detenuti in carcere per crimini comuni, si è presentato stamani di fronte alle telecamere dei media governativi mentre votava assieme alla first lady Asma al seggio di Duma, sobborgo di Damasco rimasto per anni una delle principali roccaforti dell'insurrezione armata. "I terroristi hanno perso, i siriani hanno vinto", ha detto Assad, secondo cui "la mobilitazione di queste settimane ha messo a tacere tutti i critici. Il popolo siriano è libero nell'esprimere le sue scelte".

Nelle carceri siriane rimangono da anni migliaia di detenuti politici e dissidenti, anch'essi definiti "terroristi" dal fronte lealista. I media di governo hanno mostrato una delegazione di osservatori russi a un seggio a Damasco. Testimoni oculari in varie città siriane hanno affermato che ai seggi a Hama, Tartus, Aleppo e Damasco non c'erano osservatori né locali né stranieri. Né c'erano i rappresentanti dei due candidati 'rivali'. Altri intervistati, impiegati pubblici a Damasco e Homs, hanno raccontato di aver ricevuto esplicite pressioni da parte di rappresentanti del Baath perché esprimessero pubblicamente il consenso ad Assad in cortei non spontanei durante l'orario di lavoro, e a votare nei seggi indicati dall'apparato di sicurezza.

Studenti all'università di Damasco sono stati minacciati da delegati dell'Unione baathista degli studenti a votare negli orari indicati, ottenendo l'assicurazione di ricevere massimi voti agli esami. A Hama e Tartus, ministri e politici locali hanno organizzato kermesse elettorali in favore di Assad, chiudendo le strade, e le loro guardie del corpo assieme ad altri miliziani lealisti hanno insistentemente aperto il fuoco in aria in segno di festa.

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