Estero

Acn con Papa Francesco in Iraq a sostegno dei cristiani

Aiuto alla Chiesa che Soffre offrirà 150 borse di studio all'Università di Erbil. Il plauso di Bergoglio all’agenzia per l'impegno nel Paese martoriato

L'arrivo di Papa Francesco nella chiesa di Qaraqosh (Acn)
20 maggio 2021
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Papa Francesco è stato il primo papa a visitare l’Iraq. I cristiani iracheni hanno attraversato un periodo molto difficile negli ultimi
anni: il loro numero è sceso da oltre un milione a circa 250’000. Lucia Wicki-Rensch di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acn) inserisce il viaggio del Papa nel contesto del sostegno dell’organizzazione umanitaria in passato e nel futuro. Lei stessa si è recata in Iraq due anni e mezzo fa anni fa per rendersi conto personalmente della drammaticità della situazione. Come Papa Francesco, ha visitato la Piana di Ninive e le città di Mosul ed Erbil, dove ha imparato ad ammirare i cristiani iracheni: ”È difficile credere che le persone siano tornate ai loro villaggi dopo le terribili esperienze fatte a causa dell’Isis. Ma questo fatto mi mostra la loro fiducia in Dio e il loro amore per questa regione, che è così significativa per tutti i cristiani”.


Lucia Wicki-Rensch in una chiesa distrutta dalla guerra (Acn)

Regina Lynch, direttrice di progetto della sezione internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre di Königstein e membro del Roaco (Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali) è stata invitata dal Papa a unirsi al suo viaggio. È stato un grande onore per lei, ma anche per tutta l’opera di soccorso, essere uno dei 50 ospiti selezionati per far parte della delegazione itinerante. Questa scelta è probabilmente dovuta all’attenzione che Aiuto alla Chiesa che Soffre rivolge ai cristiani in Iraq: dall’estate del 2014, l’agenzia umanitaria ha sostenuto i cristiani in questo paese con oltre 53 milioni di franchi. Subito dopo l’invasione dell’Isis, l’attenzione era rivolta agli aiuti di emergenza per i 120’000 cristiani che erano fuggiti; ora che i terroristi sono stati cacciati, invece, la maggior parte dell’attenzione è stata spostata sulla ricostruzione delle case, delle parrocchie e delle chiese cristiane. Durante il viaggio, Regina Lynch ha potuto constatare di persona, grazie a una conversazione con Papa Francesco, quanto egli apprezzi il lavoro dell’opera assistenziale in Iraq.

L'incontro

La mattina del 6 marzo, nella città santa di Najaf, Papa Francesco ha incontrato il 90enne Grande Ayatollah Ali al-Sistani, il più importante ecclesiastico sciita iracheno, dove gli sciiti costituiscono il 70% della popolazione. Al-Sistani ha una concezione dello Stato completamente diversa da quella degli sciiti del vicino Iran: si oppone a un governo islamico e considera il modello iraniano un fallimento.


Una bambina nel giorno dell'arrivo del Papa (Acn)

Ufficialmente, la visita del Papa è stata una visita di cortesia privata dell’ospite del Vaticano ad al-Sistani. Dopo la riunione delle due guide spirituali, il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi ha dichiarato il 6 marzo una festività nazionale: l’idea è che questo giorno diventi la giornata nazionale della tolleranza e della coesistenza. Il Grande Ayatollah ha parlato con il Papa dell’oppressione, della povertà e della persecuzione di molti popoli in Medio Oriente e anche della situazione dei palestinesi. Il leader spirituale degli sciiti iracheni ha assicurato al Papa che in futuro lavorerà ”affinché i cittadini cristiani, come tutti gli iracheni, possano vivere in pace e sicurezza, con tutti i loro diritti costituzionali”.

Il futuro

La visita del Papa in Iraq ha donato ai cristiani iracheni speranza e fiducia in un futuro all’interno del loro paese. La situazione in Iraq è comunque destinata a rimanere difficile, poiché il paese dipende dal sostegno dall’estero. Inoltre, la giovane popolazione irachena sta affrontando grandi sfide economiche, come mostrato dal tasso di disoccupazione che è alto anche tra i cristiani. Proprio per questo è importante sostenere quei progetti che promettono un futuro migliore. Ancor prima della visita del Papa, Acn aveva annunciato che nei prossimi quattro anni fornirà borse di studio per un totale di 1,7 milioni di franchi a 150 studenti dell’Università Cattolica di Erbil.


L'esterno di una chiesa distrutta (Acn)

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