Un rapporto delle Nazioni unite denuncia la violenza online contro le giornaliste in tutto il monod
Un'epidemia di violenza online contro le giornaliste in tutto il mondo mina il loro lavoro, si trasforma in attacchi e molestie nella vita reale e mette a repentaglio le loro prospettive di salute e professionali. Lo denuncia l'Onu un un rapporto intitolato "The Chilling: Global Trends in Online Violence Against Women Journalists", basato su interviste a 901 reporter donna di 125 Paesi.
La valanga di abusi e minacce misogine non danneggia solo le donne che lavorano nei media, ma è anche usata come arma "per minare la fiducia della gente nel giornalismo critico e nei fatti in generale", si sottolinea nello studio commissionato dall'Unesco.
La violenza online contro le giornaliste donne è concepita per sminuire, umiliare, indurre paura e silenzio, si sottolinea ancora nel rapporto di 93 pagine di cui dà notizia il Guardian.
Lo studio ha analizzato in particolare 2,5 milioni di post su Facebook indirizzati a due importanti giornaliste. La prima è Maria Ressa, che dirige il giornale Rappler nelle Filippine, e recentemente ha vinto il premio annuale dell'Unesco per la libertà di stampa.
I suoi reportage l'hanno resa un bersaglio della magistratura filippina e delle campagne di odio online tanto che, rileva il rapporto Onu, a un certo punto riceveva 90 messaggi di odio all'ora su Facebook. La seconda è la pluripremiata Carole Cadwalladr che scrive per i britannici The Observer e il Guardian stesso.