Estero

La Germania litiga sul coprifuoco

Le misure d'emergenza prese da Berlino per frenare la pandemia infiammano Parlamento e dibattito pubblico

Un manifestante portato via durante il raduno di mercoledì (Keystone)
22 aprile 2021
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Il freno d'emergenza nazionale contro il Covid è legge in Germania. Ma i governatori che hanno preso la parola nel Bundesrat, il Senato federale che lo ha lasciato passare, hanno avuto toni molto critici prima di approvare: "Oggi tocchiamo un punto basso della cultura federale", ha denunciato il presidente Reiner Haseloff. Dopo il via libera del Bundestag di ieri, la camera federale si è limitata a non ostacolare un provvedimento che avrebbe potuto "ritardare ma non evitare".

E la firma del presidente Frank-Walter Steinmeier è arrivata subito dopo, cosicché già a partire da sabato prossimo le misure di riduzione dei contatti, in una Germania mai davvero uscita dal lockdown, scatteranno in modo automatico al superamento dell'incidenza di 100 nuovi contagi in 7 giorni su 100 mila abitanti, nelle città e nei distretti rurali. Fra le regole più dure da accettare il coprifuoco notturno, dalle 22 alle 5 del mattino. Una misura assolutamente inedita nel Paese di Angela Merkel, dove l'esercizio dei diritti fondamentali ha sempre giocato un ruolo molto forte nel dibattito politico e dove non si è mai stati 'confinati' in casa.

Polemiche accese

Contro questa novità, molto discussa, si sono sollevati fra gli altri i Liberali, che hanno annunciato un ricorso all'Alta Corte, ritenendola inammissibile. Allo scattare del 'freno', stando alle modifiche della legge sulla pandemia, non si potrà uscire di casa di sera se non per necessità, mentre fino a mezzanotte resterà possibile fare jogging o una passeggiata solitaria. Mentre i negozi saranno accessibili solo su appuntamento e con un test negativo. L'incidenza settimanale deve salire invece a 165 contagi perché le scuole vengano chiuse e si ritorni alle lezioni on line. L'intervento legislativo centrale è la risposta di Angela Merkel agli interminabili litigi nelle conferenze Stato-Regioni sulle misure anticovid, consultazioni che hanno segnato una pagina nera con l'errore sui "giorni di riposo" lanciati per la settimana di Pasqua e poi rapidamente revocati per impraticabilità giuridica: quando la cancelliera dovette appunto ammettere "l'errore".

"Dobbiamo dire onestamente che, pur volendo tutti la stessa cosa, non abbiamo remato nella stessa direzione", ha detto il ministro della Salute Jens Spahn, intervenendo in Senato. "L'unico modo per fronteggiare il virus è ridurre i contatti", ha ribadito. E il freno è un compromesso: dura fino a luglio. In Germania si continua a temere l'effetto della variante britannica, ormai dominante, che continua a diffondersi a macchia d'olio nonostante le prolungate chiusure: oggi il Robert Koch Institut ha registrato di nuovo quasi 30 mila contagi in 24 ore, con 259 morti. E resta allarmante la situazione delle terapie intensive, con oltre 5.000 posti letto occupati da pazienti Covid. Continua però finalmente con più slancio la campagna vaccinale: il 21% della popolazione ha ricevuto la prima dose, e il 6,9 la seconda. Agli inizi di giugno potrebbero cadere i vincoli sulle priorità, ha confermato Spahn al Bundesrat.

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