Estero

Putin pronto a vedere Biden, ma risponde a sanzioni Usa

Mosca ‘suggerisce’ l’espulsione di dieci diplomatici Usa. Berna avrebbe proposto ai due leader di incontrarsi in Svizzera.

Putin
(Keystone)
16 aprile 2021
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Mosca – La risposta di Mosca all'ultimo giro di sanzioni americane è arrivata puntuale, con l'espulsione speculare di 10 diplomatici Usa e altre misure per rendere difficile la vita dell'ambasciata statunitense in Russia. Ma, e questa è la vera novità, il Cremlino ha scelto di non interrompere il dialogo con Joe Biden, così come invece vaticinavano i circoli più intransigenti dell'élite russa. Insomma, il summit tra Putin e il nuovo inquilino della Casa Bianca, proposto proprio da Biden solo due giorni fa, appare salvo. E questo la dice lunga sul desiderio dello zar di sedersi, da pari, a un tavolo con il suo omologo d'oltre oceano.

Non si sa ancora dove si terrà l’eventuale vertice. Secondo il ‘Tages-Anzeiger’, il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis sta fiutando la possibilità di mettere a segno un colpo diplomatico. Il ticinese vorrebbe organizzare in Svizzera l'ipotetico incontro. Probabilmente a Ginevra. Berna sembra intenzionata a offrire i suoi buoni uffici, aiutando la mediazione fra le due superpotenze rivali di sempre. Il Dipartimento degli affari esteri (Dfae), scrive il ‘Tagi’, ha in effetti ufficialmente suggerito questa settimana ai due Paesi di incontrarsi nella Confederazione. Vedremo.

Mosca raccoglie l’invito (nonostante tutto)

Il portavoce di Putin, pur bollando come "inaccettabili" e "ossessive" le sanzioni Usa, aveva giudicato "positivamente", in apertura di giornata, la volontà di Biden di dialogare. "La pensa così anche il nostro presidente", ha sottolineato Dmitry Peskov nel suo briefing.

Sullo sfondo, certo, i problemi di sempre. Intanto l'Ucraina, dove le tensioni restano alte e dunque Mosca ha esortato Emmanuel Macron e Angela Merkel a fare pressioni su Kiev perché la "smetta" con le provocazioni nel Donbass. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, proprio oggi ha incontrato Macron e gli ha sottoposto una lunga lista di doglianza per ciò che considera le mancanze russe sul fronte negoziale. Poi gli ha sottoposto una dichiarazione, da firmare, per sostenere l'ingresso del suo Paese nella Ue. Il tentativo di Zelensky di agganciare il treno europeo (nonché quello Nato) quanto prima, come mezzo per mettersi al riparo dalla pressione russa è palese. Gli Usa - a parole - appoggiano, gli europei si mostrano più tiepidi.

Ecco perché Putin tiene molto al summit con Biden: vuole stabilire un rapporto personale con lui e vedere se da cosa può nascere cosa (mostrando che al Cremlino capiscono in pieno i segnali di apertura lanciati dalla nuova amministrazione americana, al netto delle dichiarazioni dure e delle sanzioni). Già, le sanzioni. Le restrizioni all'acquisto del debito russo da parte delle istituzioni finanziarie a stelle e strisce sarebbero la parte dura, coi 'denti', della ritorsione Usa per le ingerenze russe ma la possibilità di trattare comunque i bond se acquistati da intermediari è stata subito notata con favore a Mosca.

Dieci espulsioni ‘suggerite’

Dunque avanti. Ma l'orgoglio vuole la sua parte. Via allora con le espulsioni - dieci, che vengono tecnicamente "suggerite" alla sede diplomatica Usa - così come è stato espresso "l'invito" all'ambasciatore americano John Sullivan di tornare a Washington per delle consultazioni. Il pacchetto di misure - che comprende anche un divieto d’entrata a funzionari governativi statunitensi di alto livello, tra i quali il ministro della giustizia Merrick Garland, il capo dell'Fbi Christopher Wray e il consigliere per gli affari interni Susan Rice – è stato poi illustrato allo stesso Sullivan nel corso di un colloquio al Cremlino. Tutte accortezze che, nell'universo diplomatico dove la forma è sostanza, danno l'idea di una reazione tutto sommato misurata.

Dunque è davvero paradossale ma oggi, tra sanzioni ed espulsioni, un tentativo di disgelo tra Mosca e Washington, o perlomeno la volontà di non sprofondare ancora più in basso, pare probabile. Molto di più che pochi giorni fa. Ed è botta e risposta di espulsioni anche con la Polonia: dopo la mossa di Varsavia che ha dichiarato tre diplomatici russi 'persona non grata', Mosca ha risposto, e rilanciato, con l'espulsione di cinque polacchi.

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